Paulo Fonseca minimizza, ma il caso è aperto: e Rafa Leao rompe il silenzio sui social con messaggi criptici
C’è qualcosa di potente, anche se tutto da interpretare, nel modo in cui Rafael Leao ha deciso di comunicare. Non servono parole gridate ai microfoni o accuse dirette per far passare il messaggio. Basta una storia su Instagram. Un’immagine, un gesto e poche parole, cariche di un peso che solo chi sta vivendo un momento di difficoltà può davvero comprendere.
Se la gestione di Rafael Leao da parte di Fonseca sia una strategia o un errore clamoroso, è un mistero che aleggia come una nebbia densa su Casa Milan. L’allenatore portoghese è un uomo testardo, che preferisce non cedere alle pressioni esterne. Vuole dimostrare che la sua idea di gioco è quella giusta, che il progetto – nonostante i tanti inciampi – può prendere quota. Ma nel frattempo, non si può negare che il bersaglio preferito di questa tensione sia diventato proprio Leao. Quasi come se il talento portoghese fosse il capro espiatorio di una squadra che fatica a trovare la propria identità.
Fonseca ha bisogno di certezze, e per ora sembra non vedere Leao come una di esse. Ma è davvero una scelta sensata? Gli esperti e i tifosi iniziano a chiederselo. L’ostinazione può essere una virtù, ma anche un difetto letale. Se il Milan non decolla, il rischio è che il tecnico venga ricordato non solo per i risultati mancati, ma anche per aver messo da parte il gioiello più splendente della sua rosa, in una guerra psicologica a oltranza che non sembra star sortendo chissà che risultati.
Così è stata la sua ultima pubblicazione: Leao in ginocchio sul campo, mani giunte in preghiera, accompagnata dalla scritta “God will…” – Dio provvederà. Un sussurro che si fa urlo, se lo guardi con attenzione. Rafa non è uno che si lamenta apertamente. Non è il tipo che alza la voce nello spogliatoio o cerca scontri con l’allenatore davanti a tutti. Ma è evidente che la situazione sta diventando pesante, sia per lui che per la squadra. Il suo messaggio di una settimana fa, “Dio lo sa quanto è puro il mio cuore”, è solo l’ultimo esempio di come stia cercando di far sapere al mondo che non ha colpe in questa storia.
E intanto, mentre Leao parla attraverso il suo profilo social, il Milan continua a scendere in campo senza di lui. Quattro partite di fila, e il copione sembra scritto da un regista ossessionato da un tema ricorrente: assenze, polemiche velate e risultati che non convincono del tutto. Anche ieri, nella vittoria sofferta a Monza, la squadra di Paulo Fonseca non ha mostrato quella scintilla che fa sognare i tifosi.
Sì, i tre punti sono arrivati, ma il gioco? L’identità? E, soprattutto, l’uomo più talentuoso della rosa, dov’era? In panchina, a guardare gli altri fare fatica. Fonseca ha ripetuto più volte che “non c’è nessun caso Leao”, ma quando i fatti e le parole non vanno d’accordo, i dubbi sono inevitabili.
E adesso? La domanda che tutti si fanno è come andrà a finire questa storia. Leao è un ragazzo giovane, con un talento che non si insegna e un potenziale che potrebbe essere devastante, se usato nel modo giusto. Vederlo ai margini fa male a chi ama il calcio, perché sai che quel tipo di creatività non dovrebbe mai restare seduto a guardare. C’è chi spera che la diplomazia trionfi, che un confronto aperto possa chiarire le cose. Eppure, c’è anche chi teme che la frattura sia ormai troppo profonda per essere sanata senza conseguenze. Rafa Leao merita di più di un ruolo secondario, e Paulo Fonseca, forse, dovrà accettare che in certe battaglie, un compromesso è meglio di un’ostinazione cieca.
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