La Roma di Daniele De Rossi è già una certezza: i numeri lo confermano, e si avvicina con fiducia il confronto di Europa League col Brighton di De Zerbi.
Se i numeri a sostegno di una teoria rendono la stessa praticamente inconfutabile, potrebbe essere giunto il momento di ratificare il concetto: non era Daniele De Rossi ad aver bisogno della chance Roma, bensì la Roma ad affannare senza uno dei suoi simboli a condurla avanti sia in campionato che in campo internazionale. I giudizi nel calcio chiaramente sono labili. Soggetti al logorio che il tempo realizza su qualsiasi concetto e alchimia, trattandosi di una materia in continua mutazione. Eppure si può concordare sul tempismo impeccabile della scelta dirigenziale. Bisognava attendere le condizioni giuste per interrompere il rapporto professionale con José Mourinho senza incrinare il rapporto con la piazza e anche generare il giusto entusiasmo per richiamare uno dei giallorossi più amati della storia.
Daniele De Rossi si è accomodato sulla panchina dell’Olimpico lo scorso 20 gennaio in occasione del match contro l’Hellas Verona. Si tratta di sette partite di Serie A, di cui sei vinte. L’unica sconfitta è avvenuta contro la capolista, tra l’altro con un roboante 4-2 in favore dell’Inter. In campo internazionale ha sfidato il Feyenoord in Europa League, gara che ha rappresentato l’esordio internazionale di mister De Rossi in qualità di allenatore. Tra andata e ritorno, sono stati collezionati due pareggi con vittoria casalinga ai rigori. Ciò ha significato passaggio del turno, ovvero approdo agli ottavi di finale della kermesse. In occasione dei quali sfiderà il Brighton del collega amico Roberto De Zerbi.
Delle tre trasferte di campionato (contro Salernitana, Frosinone e Monza) sono arrivati in bottino nove punti. Quindi 3/3 vittorie con 2 reti incassate e 9 segnate. Dati che dimostrano il dominio che la Roma riesce ad avere anche lontano dalle mura amiche, che continuano a macinare sold-out di settimana in settimana. Certo, finora fuori casa le avversarie sono state di livello tecnico inferiore rispetto ai giallorossi. Ma le insidie in Serie A sono dietro a ogni gara, soprattutto quando si arriva oltre la metà della stagione e si affinano le strategie per macinare punti fondamentali alla permanenza nel massimo campionato nazionale.
La Roma di De Rossi ha già convinto tutti: è pronta all’esame Brighton?
I tifosi della Roma si preparano a offrire il 50esimo tutto esaurito all’Olimpico. Ciò offrirà un contributo importante per affrontare una squadra fluida nella sua espressione, convincente e ammirevole come quella di De Zerbi. Perciò il tecnico giallorosso sta studiando con attenzione la strategia da attutare, ma dalla sua ha delle piacevoli certezze. Infatti, i suoi metodi basati sulla duttilità tattica stanno funzionando. La Roma di DDR è partita con un 4-3-3. Ma spesso varia a gara in corsa, dimostrando abbondantemente di poter adottare il 4-4-2 all’occorrenza, quando l’allenatore predispone in campo gli uomini giusti a tale modifica.
È il caso del contributo che può dare Stephan El Shaarawy, avallando il trasformismo del gruppo squadra. L’uomo sul quale pare che stia ragionando De Rossi in vista del match di Europa League però sembra essere Chris Smalling. Tenuto in sordina a inizio stagione sia per problemi fisici che per scelte tecniche, il difensore inglese sta recuperando considerazione. La sua presenza potrà sbilanciare la costruzione difensiva da uno schema all’altro.
Gli uomini chiave
Indubbiamente, l’uomo sul quale fare riferimento sarà Romelu Lukaku. Non soltanto per l’esperienza e l’intesa con Paulo Dybala, ma anche per il suo positivo storico contro gli inglesi del Brighton. L’ex Inter ha segnato 3 gol in 6 match alla squadra rivale, con un incredibile punto in comune: tutti di testa, in area piccola. I primi due all’epoca del Manchester United poi con il Chelsea nel 2021.
Un confronto interessante per il belga, che sembra giovare particolarmente della scossa mentale e tattica apportata dal nuovo tecnico. Daniele De Rossi nei suoi primi 18 punti raccolti con la Roma non ha scartato il lavoro di José Mourinho, ma ha seguito con attenzione le caratteristiche dei suoi. Poter contare su elementi come Leandro Paredes oppure Houssem Aouar a centrocampo ha permesso di pensare a una squadra più arrembante, padrona del match e propositiva col pallone fra i piedi. Il segreto è partire dalla semplicità, assecondare le qualità e lavorare sulla convinzione. Per ora, DDR più che promosso.