Il direttore di gara di Lazio-Milan è stato protagonista di una cattiva gestione della partita. I vertici arbitrali non hanno dubbi.
La 27ª giornata di Serie A non poteva iniziare in modo peggiore. Lo scontro diretto tra Lazio e Milan, terminato con il risultato di 1-0 in favore dei rossoneri, è in realtà una pagina nera del nostro calcio. Il motivo? L’arbitraggio di Marco Di Bello che ha, inevitabilmente, firmato il match lasciando un’impronta, ben visibile, del suo operato.
Undici ammoniti e tre espulsi sono troppi per una sola partita, uno spettacolo poco gradevole. Eppure il direttore di gara aveva iniziato bene, non fischiando il rigore reclamato dalla Lazio per l’uscita di Maignan su Castellanos. Una decisione giusta, quella, per i vertici arbitrali. Da quel momento, però, la nebbia che è diventata sempre più fitta per l’arbitro.
L’espulsione di Pellegrini ci può stare, il terzino biancoceleste non poteva non essere ammonito, e quindi espulso, per la trattenuta su Pulisic. Quello che viene recriminato maggiormente a Di Bello sono i due cartellini rossi successivi, quello a Marusic e quello a Guendouzi, e in generale la gestione della gara, troppo presto sfuggita di mano all’arbitro.
Di Bello sospeso, le parole di Lotito ed i precedenti
La prestazione di Marco Di Bello è stata valutata molto negativamente dai suoi superiori, che hanno così deciso di sospenderlo per circa un mese, vista anche la stagione negativa dell’arbitro di Brindisi.
Sono già vari gli episodi negativi di questa stagione per lui. Il rigore non fischiato per i rossoblu in Juventus-Bologna, quando Iling-Junior atterrò Ndoye in area. Anche quella volta gli costò un mese di stop. E questa volta sembra ancor più grave, la situazione, viste anche le parole del presidente della Lazio Claudio Lotito. “Un sistema calcio inaffidabile”, ha denunciato il patron biancocelesti, che ha dichiarato di aver visto la sua squadra violentata contro il Milan e di voler agire nelle sedi opportune.
Un altro episodio negativo dunque, di una stagione tormentata dalle cattive decisioni arbitrali in quello che sembra, ormai un sistema incrinato al suo interno.