L’attaccante sta trovando continuità a Firenze e prova a scalare le gerarchie di Spalletti, ma il problema centravanti per l’Italia resta!
Sono cinque le presenze fino a questo momento di Andrea Belotti con la maglia della Fiorentina. Da quanto ha lasciato la Roma per accasarsi ai viola, l’attaccante ha messo a segno un gol e fornito un assist, ma, dato più importante, ha ritrovato quella continuità in campo che a Roma aveva perduto.
Con i giallorossi, nella prima metà della stagione, c’erano state tante panchina, qualche spezzone in campo e poche gare da titolare, la maggior parte delle quali in Europa League. Da gennaio invece a Firenze la cosa sembrano essere cambiate e l’ex attaccante del Torino sta trovando spazio con Italiano, ripagando la sua fiducia con buonissime prestazioni.
A pochi mesi dall’Europeo che si terrà in Germania anche il fattore nazionale non è da escludere. Belotti, seppur non primissima scelta, da anni fa parte del giro della nazionale e naturalmente il suo obiettivo è rientrare nel novero dei convocati di Luciano Spalletti. Il neo centravanti della Fiorentina è intenzionato a partire per la Germania e, dopo le prestazioni delle ultime giornate, le sue quotazioni sono in decisa risalita. Una convocazione che, qualora Belotti mantenesse o migliorasse il suo livello di prestazioni, sarebbe meritata, ma non nasconderebbe un problema ormai atavico nell’undici azzurro: poche alternative nel ruolo di centravanti.
Sono bastate cinque buone partite, un gol ed un assist, e Andrea Belotti, giustamente, riassapora la possibilità di volare agli europei. L’altra faccia della medaglia è il problema, che sta diventando ormai atavico in Italia, della mancanza di un centravanti. Non a caso l’ex CT Mancini si giocò la carta dell’oriundo Retegui. Spalletti, numeri alla mano, è davvero in difficoltà: il miglior italiano marcatore in questa Serie A è Andrea Pinamonti, a quota 9 reti, appaiato a Orsolini e Berardi che però non sono centravanti puri.
L’attaccante su cui è ricaduto il peso della manovra offensiva azzurra negli ultimi anni, Ciro Immobile, è a quota 6 reti con una carta d’identità che inizia ad essere decisamente pesante sulle spalle. Stesso numero di reti per i due che, almeno nella gestione Mancini, sembravano essere i suoi possibili eredi, Retegui e Scamacca. Così come a 6 reti il ritrovato Lucca. Un gol in meno della sorpresa Colpani che però attaccante puro non è.
Insomma, Luciano Spalletti si trova davanti ad una lista di centravanti che, per medie realizzative, sono più o meno tutti lì. Scordiamoci i Bobo Vieri o i Luca Toni, per intenderci. Al momento in Italia non c’è, anche per problemi di tenuta fisica, un centravanti da 20 gol a stagione. Non a caso le prime sei posizioni della classifica marcatori sono occupate da calciatori stranieri.
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