Carboni: “Bellingham più determinante di Haaland e Mbappé”

Intervista esclusiva ad Amedeo Carboni, ex difensore di Roma e Valencia, che ha parlato ai microfoni di SerieANews.com

Amedeo Carboni ha giocato in diverse squadre in Serie A, ma ha legato principalmente il suo nome a quello della Roma, dov’è approdato dopo una felice esperienza alla Sampdoria. Per lui un palmarès ricco di trofei, conquistati principalmente con la maglia del Valencia, di cui è stato anche il capitano. L’ex difensore ha rilasciato un’intervista ai microfoni di SerieANews.com, soffermandosi sul campionato della Roma, sulla figura di José Mourinho e sui problemi fisici che sta affrontando Paulo Dybala. Inevitabile, inoltre, parlare del ‘suo’ Valencia, dello splendido campionato del Girona di Jude Bellingham, stella del calcio europeo. E infine, un pensiero sulla Nazionale italiana che sarà impegnata a Euro 2024.

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Carboni (ANSA) SerieANews.com

La Roma sta vivendo una stagione particolare: quarta in Serie A, ma in Europa fa più fatica. Quali sono le sue prospettive?

“Le prospettive di questa stagione sono un po’ quelle che ha indicato lo stesso Mourinho. Cercare di arrivare più avanti possibile in Europa League, se non fino in fondo, e in campionato credo che la migliore delle migliore ipotesi sia entrare in Champions League, dove ci potrebbe essere un minimo di possibilità. Perché le squadre, a parte Inter e Juve, un po’ balbettano. Con un po’ di fortuna ci può essere questa possibilità. Ma penso che per i giallorossi l’importante sia arrivare in Europa. Se fosse la Champions, sarebbe meglio. Ma non sarà facile per niente”.

Le critiche che sta ricevendo Mourinho quest’anno sono ingiuste?

“Giuste o ingiuste non lo so, ma Mourinho è un personaggio. Gli piace essere al centro e nello stesso tempo difendere la squadra. Non è mai stato un grande allenatore per il gioco e per lo spettacolo, quello sicuro, ma molto efficiente. I suoi risultati sono quelli che sono e non sto a commentarli io. Credo che con Mourinho bisogna avere la pazienza di aspettare la fine del campionato, è un personaggio che durante l’anno potrebbe avere delle critiche, ma alla fine guardando gli anni alla Roma ha sempre portato qualcosa. Se si critica ora, c’è il rischio di essere smentiti a fine anno”.

Dybala mancherà per diverse partite e a Bologna mancherà anche Lukaku. Serve un Piano B?

“Certo, questi due sono già bravi loro e in una squadra come la Roma sono fondamentali. In più, contro ci sarà un Bologna che non è in salute, ma di più, e gioca anche molto bene. Non so quale siano le alternative a questi due grandi giocatori, perché non è facile trovarli nella Roma… Magari nel mercato di gennaio ci sarà qualcosa, Dybala non riesce a fare tre partite di seguito da qualche anno ed è complicato, per quanto sia fondamentale. Non poter fare affidamento su un giocatore del genere lascia un po’ perplessi”.

Stagioni buie del Valencia, qual è la strada per uscire da questa situazione? La proprietà sta facendo disastri.

“Se si continua con questa proprietà è dura trovare una soluzione, salvo che non entri qualcosa di nuovo. Però la filosofia di questa società è molto chiara, promuovere per vendere. Tuttavia, ogni anno si rischia di ‘promuovere’ in Serie B, è questo il problema del Valencia. Già sono due o tre anni che si salva per poco. E quindi diventa complicato. E’ vero che quest’anno ha diversi giovani bravi, ma forse ne sono troppi per un campionato lungo come la Liga. Ha perso quello che era il marchio della mia epoca, quando era una delle quattro più forti. Ora non è più così. Questa è la filosofia della società e cambiarla vorrebbe dire che la proprietà andrebbe via, sennò è difficile”.

Il Girona ricorda molto il Leicester di qualche anno fa, anche se c’è il Real Madrid… Riusciranno a fare l’impresa?

“Dopo quello che abbiamo vissuto con il Leicester, perché no? Il calcio è bello perché alla fine se hai un buon gruppo, dei giocatori bravi, anche senza nomi altisonanti… perché non puoi vincere? E lo dice uno che ha fatto due finali di Champions con il Valencia, le prime due della sua storia. Se lo ha fatto il Leicester, può farlo il Girona. Dietro di loro c’è un grande club come il Manchester City. Le basi ci sono, il fatto che si chiami Girona è chiaro che sorprende. Ma a un certo punto se i giocatori sono bravi non sorprende più di tanto”.

Un pensiero sulla stagione di Bellingham?

“E’ il giocatore europeo del momento. Addirittura giocare nel Real Madrid lo ha fatto crescere e non intimorire. Si vede quello che secondo me è. Non so se durerà, è il primo anno in una grande squadra dove se arrivi secondo hai fatto male. Queste pressioni per lui sono importanti, gli fanno capire se nel Real Madrid può continuare facendo così, perché fare una stagione intera così sarebbe spettacolare. Fino ad oggi secondo me è il giocatore europeo più bello che c’è. Anche più di Haaland e Mbappé, senza dubbio. Molto più determinante in questo momento”.

Dove può arrivare la Nazionale italiana a Euro 2024? Spalletti ce la farà?

“Bella domanda (ride, ndr). L’unico problema, rispetto agli altri anni, è che non partiamo da protagonisti. Quello è sicuro. Siamo un’incognita, speriamo che Spalletti riesca a fare un lavoro non tanto tecnico, ma di gruppo. Perché il gruppo insieme riesce a superare degli ostacoli impensabili. Se riuscirà in quello, ad avere un gruppo forte, potrebbe anche essere la sorpresa. Ma ad oggi non siamo tra le protagoniste. Se superiamo quel girone prendiamo fiducia”.

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