Pafundi è uno dei maggiori talenti italiani del momento, e lo sta confermando con l’U19. Eppure, in Serie A è a malapena una comparsa.
Il suo nome circola da talmente tanto tempo che quasi ci stupisce a constatare che non è neppure maggiorenne. Simone Pafundi, 17 anni compiuti a marzo, ha incantato di nuovo con la maglia dell’Italia U19, segnando una doppietta ieri alla Svezia, peraltro con una rete sensazionale dopo soli due minuti di gioco. Quando però veniamo al calcio di club, siamo costretti a notare che il talento dell’Udinese è meno di un comprimario nella formazione maggiore dei friulani.
Ha esordito tra i professionisti quando aveva solo 16 anni, il 25 maggio 2022, giocando 22 minuti contro la Salernitana. Il guaio è che oggi quella resta ancora la partita con il maggior minutaggio mai ottenuto dal trequartista di Monfalcone in Serie A (solo in Coppa Italia, a inizio novembre, ha giocato di più: 53 minuti contro il Cagliari). In questa stagione, Pafundi ha totalizzato appena 7 minuti in campionato, il 24 settembre contro la Fiorentina.
Un dato che cozza con lo status di promessa emergente che si porta appresso, e che risulta ancora più incredibile se consideriamo i problemi in attacco dell’Udinese. Con soli 8 gol segnati in 12 partite, i bianconeri sono il terzo peggior attacco della Serie A dopo Empoli e Verona, il che farebbe pensare alla necessità di provare nuove soluzioni offensive. Ma d’altronde Pafundi ha vissuto gli stessi problemi anche in azzurro: ha esordito a sorpresa e con grande clamore nel novembre 2022, giocando un minuto contro l’Albania, e poi non lo si è più visto.
La giovane età è sicuramente un grosso ostacolo, in un campionato culturalmente restio a dare spazio ai giovani, ma questo non è l’unico motivo. L’Udinese non sembra purtroppo essere l’ambiente ideale per lui, a livello puramente tattico: prima con Sottil e adesso con Cioffi, i friulani si schierano in campo con un modulo che non prevede spazio per un trequartista. Cioffi non sembra più intenzionato a sperimentare di quanto non lo fosse il suo predecessore.
L’Udinese ha come primo obiettivo quello di ottenere salvezza, non di valorizzare Pafundi, per cui non è lecito aspettarsi grandi rivoluzioni tattiche. Ma stupisce il fatto che fin qui il giovane attaccante italiano sia addirittura dietro, nelle gerarchie della rosa, a Vivaldo Semedo, 18enne attaccante portoghese che conta 11 minuti in campo in stagione.
Nel frattempo, però, da quando si è seduto sulla panchina friulana, Cioffi ha sempre schierato il centrocampista Pereyra accanto all’unica punta Success. La direzione tattica dell’allenatore bianconero lascia quindi spazio a un dualismo tra prima punta e mezza punta nel fronte offensivo dell’Udinese, che in prospettiva potrebbe aprirsi anche a Pafundi. Quello che manca, adesso, è solamente il coraggio di dar fiducia a un ragazzo di 17 anni a cui, però, la Primavera e l’U19 azzurra stanno già troppo strette.
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