Matteo Politano è uno dei giocatori più in forma del Napoli in questi primi mesi della stagione, autore di 5 gol e 4 assist
L’esperienza di Matteo Politano a Napoli è particolare, molto. Perché era arrivato come uno dei salvatori della patria designati nel caos del primo Napoli di Gattuso, a gennaio, insieme a Demme e Lobotka. Il suo inizio, però, è stato fortemente condizionato dalla presenza di José Maria Callejon, uno degli irriducibili disposto anche a giocare gratis – un caso più unico che raro – e da Hirving Lozano.
Oltre alla presenza ingombrante dal punto di vista tecnico e carismatico di Callejon, c’è stata appunto quella del Chucky. Era arrivato dal PSV per oltre 40 milioni di euro, un ingaggio da 4,5 milioni a stagione per cinque anni e una corposa commissione a Mino Raiola. Una spesa più da top club europeo con particolare propensione per i debiti con le banche, che da Napoli di De Laurentiis, sempre attento al bilancio.
E così, sulla destra si è creato un dualismo niente male tra due giocatori che non si sono dimostrati nettamente superiori l’uno all’altro. E questo ha fatto male a entrambi, perché a giocatori del genere va data fiducia completa, massima, anche quando commettono un errore. Se percepiscono di essere in bilico, i nervi iniziano a saltare, influenzano le scelte col pallone tra i piedi e la voglia di strafare diventa esagerata.
Lozano per Politano. Politano per Lozano. Un cambio che i tifosi del Napoli hanno imparato a memoria intorno al 55′. Luciano Spalletti ha preferito alternarli, preferendo però di più il Chucky. Fino alla partita con il Verona del 15 aprile, ovvero l’ultima di una staffetta ‘regolare’ visto l’infortunio di Politano con il Milan, i numeri sono stati questi tra tutte le competizioni: 1.833′ giocati, 4 gol e 4 assist per Lozano. 1.558′ giocati, 4 gol e 4 assist per Politano. Pochi gol e pochi assist, anche se c’è bisogno di sottolineare il gran lavoro in fase di copertura a cui erano sottoposti.
Lozano la scorsa estate è andato via e dunque, complice anche una scelta sbagliata sul mercato da parte del Napoli, Politano è rimasto ‘solo’. Non ha più un sostituto, qualcuno che lo faccia rifiatare quando è più stanco o quando c’è da giocare ogni tre giorni. Lindstrom nasce come trequartista in un 4-2-3-1, lo stesso ruolo di quand’era all’Eintracht, metterlo come esterno vuol dire farlo giocare fuori ruolo. Lo stesso vale per Raspadori.
Ma questa sta diventando, paradossalmente, un’arma a favore di Rudi Garcia. Già, perché Politano in dieci presenze in Serie A ha segnato 5 gol e siglato 4 assist. Solo in tre partite non è riuscito a segnare o a fornire un assist e il Napoli ha conquistato solo un punto, al Dall’Ara con il Bologna, con sconfitte contro Lazio e Fiorentina. Il suo inizio di stagione ha contribuito in modo significativo a salvare la panchina di Rudi Garcia. Il tecnico francese è costantemente messo in discussione: il gioco della sua squadra non è idoneo a ciò che vuole la proprietà e l’ambiente, non c’è una visione corale, bensì una serie di grandi giocate individuali spesso proposte in un caos tattico.
La bravura del Napoli fin qui è sempre stata quella di ricompattarsi dal punto di vista mentale per portare punti a casa. Ma questa situazione rischierà, alla lunga, di mettere in difficoltà anche i giocatori più in forma. Come Kvaratskhelia, Raspadori e lo stesso Politano. Il Napoli è andato sotto in cinque partite su dieci in Serie A, il 50%, ed è riuscito a ribaltare il risultato soltanto a Frosinone alla prima giornata. Un problema di approccio dal punto di vista tattico evidente che Garcia dovrà risolvere presto.