Il Benfica torna a sfidare l’Inter in Champions League dopo gli ottavi di finale dell’anno scorso, ma i lusitani sono cambiati molto da allora.
Non è più lo stesso Benfica di sei mesi fa, quello che questa sera affronterà nuovamente l’Inter a San Siro. Come già quello di aprile non era la stessa squadra che nella prima metà della stagione aveva distrutto in due partite dei gironi la Juventus, imponendosi come la rivelazione dei gironi. La formazione portoghese è costretta, per necessità di bilancio, a cambiare spesso e veder partire le sue stelle, ma resta una squadra temibile, come ha confermato l’ultima giornata di campionato.
Venerdì scorso le Aquile hanno sconfitto il Porto a Lisbona, scavalcandolo in classifica e riprendendo il secondo posto, a un punto dallo Sporting. Una prova di forza e concretezza, che però ribadisce anche la realtà di una squadra non più ai livelli dell’anno scorso, a causa di un avvio di stagione piuttosto lento. Il Benfica ha perso all’esordio in campionato contro il Boavista, e anche se da lì in avanti le ha vinte tutte, la formazione lusitana è già partita male in Champions League, sconfitta 2-0 in casa dal Salisburgo.
Sei mesi fa, l’Inter aveva affrontato una squadra orfana da gennaio di Enzo Fernandez, il fenomenale motore di Roger Schmidt e dell’Argentina. Oggi, i nerazzurri affronteranno un Benfica che nel frattempo è stata rivoluzionata, dopo aver perso Weigl, Vlachodimos, ma soprattutto Alex Grimaldo e la promessa Gonçalo Ramos. In compenso, in porta ha trovato Trubin. cercato a lungo proprio dall’Inter in estate, e ha aggiunto sulla trequarti Di Maria, il vero punto di attrazione delle Aquile di questa annata.
Il Fideo e tante incognite: un Benfica da ricostruire si prepara per l’Inter
Il mercato ha portato in dote a Schmidt sette volti nuovi, tra cui spiccano il già citato Di Maria (eroe della vittoria sul Porto) e il centrocampista turco Kokcu dal Feyenoord. Quest’ultimo però non sembra ancora essersi integrato perfettamente nel gioco dei lusitani, e altri nuovi arrivi non stanno del tutto convincendo. A partire dal terzino sinistro Juan Bernat, ancora mai visto nemmeno tra i convocati e già sorpassato dall’ex Sparta Praga Juracek.
I pilastri del Benfica sono i soliti: Otamendi in difesa, Joao Mario a centrocampo, e Rafa Silva in attacco, con appunto l’aggiunta del Fideo. Ma il vero problema di Schmidt è l’assenza di un bomber affidabile a livello internazionale. L’addio di Ramos è stato compensato dall’arrivo di Arthur Cabral dalla Fiorentina, ancora senza gol e retrocesso dopo appena due partite a vice del 25enne croato Petar Musa (3 gol in qui).
Per il momento, dunque, l’attacco dei rossi di Lisbona è tenuto in piedi dai gol di Di Maria e dai lampi dell’ex Ajax David Neres. Questa sera, tutto il Benfica è chiamato a dimostrare se la sua sarà una stagione europea o no, perché dopo l’esordio col Salisburgo anche l’Europa League potrebbe essere a rischio.