Berardi continua a sorprendere tutti per il rendimento in Serie A, riaccendendo l’interesse sul mercato. Ma pochi sottolineano il suo principale difetto.
È un altro anno da mattatore, per Domenico Berardi. In pochi giorni ha segnato prima alla Juventus e poi all’Inter, con il suo Sassuolo che ha centrato sei punti contro le due squadre con il monte ingaggi più ricco della Serie A. Dati che non sorprendono, visto che l’attaccante di Cariati è da tempo uno dei giocatori più determinanti del campionato italiano. In 11 stagioni di Serie A, ha chiuso 6 volte in doppia cifra coi gol, 4 con gli assist, e 3 volte in doppia doppia.
Adesso, all’alba dei 30 anni (che compirà il prossimo agosto), si torna a parlare di lui per un possibile trasferimento in una big il prossimo gennaio, dopo che a lungo è stato dato in partenza negli anni passati. Su di lui ci sarebbe la Juventus, pronta a pagare i 30 milioni richiesti dal Sassuolo per assicurarselo. E dire che dieci anni fa i bianconeri avevano già messo le mani su Berardi, senza però mai aggiungerlo alla propria rosa e alla fine cedendolo di nuovo ai neroverdi.
In questi anni, l’ala destra calabrese si è costruita una solida fama di bandiera del club emiliano, di bomber (di lusso) di provincia e di protagonista assoluto della Serie A. In questi discorsi si sottovaluta però sempre un aspetto cruciale della sua carriera, forse l’unico vero dato negativo del suo curriculum: il numero di presenze internazionali. Se guardiamo solo alla carriera nei club, Berardi conta in tutto zero presenze nella fase finale di una competizione europea.
Berardi, il fenomeno della Serie A che non conosce l’Europa
304 minuti in 4 partite dei preliminari di Europa League, nel lontano 2016: è questo l’unico bottino internazionale dell’attaccante del Sassuolo. Potremmo anche considerare i match internazionali con l’Italia, sia con l’U21 che con la squadra maggiore, ma anche qui il bottino resta scarso: 48 presenze e 10 gol tra entrambe le selezioni. Berardi ha solamente 6 presenze nella fase finale di un grande torneo, quelle di Euro 2020, senza gol segnati e partendo sempre da riserva dai quarti in avanti.
Chiunque conosca il calcio sa quanto l’esperienza a certi livelli sia fondamentale per un calciatore, aggiungendosi al talento (qualità di cui indiscutibilmente il capitano del Sassuolo è provvisto). A fronte di una capacità disarmante di incidere in qualunque modo e contro qualsiasi avversario in Serie A, Berardi ha sempre dimostrato di essere molto meno dominante con l’Italia. È impossibile domandarsi se, in questa disparità di rendimento così netta, non incida la mancata abitudine al contesto internazionale.
Da cinque stagioni è tra i primi tre migliori marcatori italiani in circolazione, eppure non è mai riuscito a ritagliarsi un ruolo da titolare inamovibile in azzurro: un dato che dà abbastanza nell’occhio. A questo punto viene da chiedersi se davvero Berardi valga una spesa non indifferente, per un club italiano come la Juventus che punta a essere competitivo in Europa e non solo in Italia.