Francesco Farioli, il cui nome è ancora troppo nuovo per i più, è il giovanissimo allenatore italiano che sta strabiliando con un calcio bello e vincente al Nizza.
Lo guardavano con comprensibile scetticismo, oggi lo definiscono Monsieur e nel desiderio occulto di nazionalizzarlo, ci hanno già aggiunto un accento tipicamente francese sulla i finale del cognome Si tratta di un fenomeno calcistico, quello del momento: dell’allenatore italiano Francesco Farioli, l’uomo che nel giro di una settimana ha espugnato il Parc des Princes del PSG con un convincente 3-2 e ha poi vinto il derby della Costa Azzurra contro il Monaco con una rete di misura. Risultati che strabiliano e trasmettono la giusta carica per la lotta del prossimo fine settimana. Quella che varrà la vetta della classifica contro il Brest, in casa.
Luis Enrique non ha nemmeno provato ad arrabbiarsi quando ha visto i suoi parigini soccombere al calcio del Nizza, nonostante la doppietta di Kylian Mbappé. Anzi, ha semplicemente riconosciuto il merito: “Il Nizza è difficile da affrontare. Il suo stile di gioco è affascinante. Complimenti a Farioli, le sue idee sono quelle che piacciono anche a me”.
E c’è da dire che stavolta non bisogna nemmeno inventare la definizione, rischiando di risuonare fuori luogo. L’allenatore italiano può e dev’è essere definito un filosofo. Non per rubare un appellativo, bensì perché corrisponde alla realtà. Il 34enne di Barga – in Toscana – si è dedicato poco all’attività da calciatore, nel ruolo di portiere. Ha preferito da sempre quella teorica per trasformarla in applicazione. Perciò le sue teorie diventando prima la tesi con la quale si laurea in filosofia all’Università degli Studi di Firenze – “L’estetica del calcio e il ruolo del portiere” – poi si tramutano in concetti che utilizza per l’inizio della sua carriera da professionista.
Gli inizi di Farioli da Coverciano a spalla di De Zerbi
A Coverciano parte con meno punti di alcuni colleghi, a causa dei mancati precedenti da professionista alle spalle (gioca a calcio appena fino ai 19 anni, ndr). Ma si siede in prima fila per ascoltare. E pare che ciò valga il doppio. Col taccuino sul banco e la penna tra le mani, pronto a prendere appunti, attinge dal maestro per eccellenza – ad esempio -, ovvero Marcelo Bielsa, El Loco.
Nel 2010 inizia dalla Fortis Juventus della Serie D come vice e ci resta alcune stagioni, prima di intraprendere la strada di preparatore dei portieri alla Lucchese. La vera svolta giunge però quando saggiamente accetta il consiglio del collega Roberto Olabe di inviare un curriculum all’Aspire Academy, società che forma i giovani del Qatar in vista dei Mondali del 2022.
Inizia l’avventura in Medio Oriente, quando nessuno ancora ci era andato, con la speranza di fare quanto prima il viaggio di ritorno. Dovrà attendere due anni. Lungimirante e talentoso, Roberto De Zerbi ha dimostrato di esserlo anche nelle scelte che compie circa gli uomini dei quali si circonda. Dopo aver collaborato con l’attuale tecnico del Brighton nell’impresa salvezza del Benevento, Francesco Farioli si trasferisce con lui al Sassuolo, sempre dedicandosi ai portieri.
L’allenatore senza precedenti
Nel gennaio del 2021 accoglie la proposta di due anni da allenatore in prima del Fatih Karagümrük, squadra turca neopromossa. Un’occasione inattesa, che non va nel modo sperato. Il riscatto avviene quasi immediatamente, perché nell’appena trentenne Farioli sceglie di credere l’Alayaspor. Vi resta fino al gennaio del 2023, quando accade qualcosa di ancora più inaspettato: la telefonata di Florent Ghisolfi, Ds del Nizza per assegnargli l’incarico in Ligue 1.
Una decisione controcorrente da parte del club della Costa Azzurra. I ricchi proprietari inglesi di INEOS optano per un cambio di rotta radicale, quando comprendono che il progetto potrebbe restare mediocre e con scarsi obiettivi. A meno che si cambi del tutto. Scommettere ancora sull’ex capitano Didier Digard, il quale fino alla pausa Qatar 2022 aveva fatto un gran bene e concluso la stagione col Nizza nono in classifica, avrebbe costituto un rischio, anche perché l’ex giocatore aveva diretto i francesi senza avere ancora il patentino da allenatore.
In un calcio fatto di potenti individualità, viene scelto l’uomo del collettivo, Francesco Farioli. Un tecnico che, per dirne una, è più giovane del suo centrale difensivo di riferimento, ovvero il 39enne Dante, e anche del portiere italiano, Salvatore Sirigu, che di anni ne ha 36. Non c’è nemmeno il tempo di chiedere delucidazioni sulla decisione. La dimostra subito il campo e infatti per adesso Francesco Farioli è imbattuto con dodici punti in sei gare. Con quattro reti subite, il suo Nizza dispone della migliore difesa del campionato. Ma quale sarà il segreto?
Come gioca il Nizza di Francesco Farioli
Francesco Farioli mantiene la base del 4-3-3, ereditata fra l’altro dalla gestione sia di Favre che di Digard, ma sviluppa un gioco nel quale non esiste il singolo. La squadra intera partecipa dalla difesa alla costruzione dell’azione che possa favorire il gol ma innanzitutto mantenere il principio del gioco. Potendo fare affidamento sulla coppia di centrali costituita da Dante e Todibo, ai due viene imposto il controllo del possesso e i tempi d’azione li comandano per il resto del gruppo. Ai centrocampisti è affidata la densità nello stretto con i terzini che sostengono, definendo le linee di passaggio per evitare il pressing avversario.
Quando si arriva in attacco, le due ali creano l’ampiezza giusta per la profondità. Chiaramente la velocità dei giocatori offensivi aiuta l’idea di Farioli, che per storicità di sviluppo non si discosta da quella di Roberto De Zerbi. Il Nizza, infatti, è indubbiamente avvantaggiato dal poter proporre un calcio che vuole essere anche “estetico” grazie a Terem Moffi, uno degli attaccanti nigeriani di maggiore potenza in circolazione, e Khephren Thuram, un altro figlio di Lillian e fratello del Marcus dell’Inter. Il tutto senza trascurare altri nomi d’eccezione come Jeremie Boga arrivato dall’Atalanta e l’esterno sinistro Sofiane Diop.
Il giovane Farioli è in controtendenza con l’idea del tempo che garantisce l’esperienza necessaria per innovare e vincere nonché è l’evidente dimostrazione che il calcio può trionfare anche se, durante il suo sviluppo in campo, cerca di non trascurare mai la bellezza del movimento. D’altronde il tecnico italiano è entrato nel 2020 nell’accademia più rinomata, La Masia del Barcellona, per offrire alcune lezioni. In Francia ha già vinto un derby e fermato tre big, quali PSG con una sconfitta dei parigini e Lille e Lione con un pareggio. Se proprio non vi piace chiamarla filosofia, va bene ma almeno non chiamatela fortuna né caso.