Due storie simili con diversi protagonisti – Richarlison e Paul Pogba – per riflettere sul mondo che si nasconde dietro fama e successo dei calciatori.
Sono rimasti tutti stupiti quando – mentre il Brasile vinceva per 5-1 sulla modesta Bolivia – Richarlison ha lasciato il campo da gioco al 71′ piangendo. Di certo non era possibile credere che lo stesse facendo per una semplice sostituzione. Giacché la sua Nazionale era in una posizione di estremo vantaggio, nella gara di Qualificazione ai prossimi Mondiali. E il centravanti 26enne oggi al Tottenham ne è indubbiamente un protagonista.
A spiegare cosa stesse andando nella direzione sbagliata è stato proprio il brasiliano, che avrà pensato molto a cosa fare fino a scegliere che la soluzione migliore sia la sincerità. D’altronde, l’inizio stagione con il club inglese sta lasciando l’amaro in bocca. Nelle ultime 40 partita con gli Spurs, l’attaccante ha segnato soltanto 4 reti e cominciano a pesare molto nel bilancio totale. Il Tottenham l’ha pagato 60 milioni di sterline all’Everton appena un anno fa.
Le ultime impressioni positive sul giocatore, la cui considerazione generale oscilla fra il consenso e la sopravvalutazione, sono state ai Mondiali di Qatar 2022. Sebbene le reti non siano bastate a far progredire la Selecao nella kermesse più importante. Così a ‘O Globo’ il giocatore ha raccontato la sua verità, cercando innanzitutto comprensione.
Richarlison a cuore aperto: “Ho bisogno di un aiuto psicologico”
C’è un universo che si nasconde dietro la macchina da gol (in questo caso) e soldi che i calciatori rappresentano. Il grande potere che assumono sopratutto a livello economico ma anche a livello d’immagine ha come risvolto della medaglia gravose responsabilità. Le quali potrebbero diventare in alcuni casi soprusi o pressioni, molto delicate da affrontare e reggere. L’età anagrafica resta un dato incontrovertibile. Infatti, Richarlison ha confessato: “Gli ultimi cinque mesi fuori dal campo sono stati difficili per me. Le cose ora vanno meglio. Ma c’erano persone che tenevano d’occhio solo i miei soldi. Ora non sono più al mio fianco. Appena torno in Inghilterra, chiedo un supporto psicologico per tornare più forte”.
L’ex giocatore Fluminense, Watford ed Everton non ha indugiato nei dettagli circa il fatto che qualcuno gli si sia avvicinato per approfittare della sua ricchezza e imbrogliarlo, piuttosto che essere stato deluso da affetti già cari che non si sono rivelati sinceri bensì interessati. Ad ogni modo, episodi che hanno avuto un impatto forte sulla sua mente. E quindi conseguenze anche nella sua professione. Il caso dell’attaccante brasiliano è tutt’altro che isolato, perciò non va ignorato: geograficamente molto più vicino all’Italia è quello di Paul Pogba.
Pogba e il denaro: la verità del centrocampista francese
Al centro dell’attenzione e delle polemiche negli ultimi giorni è finito Paul Pogba. Dal suo ritorno in Italia, il centrocampista della Juventus ha vissuto pochi giorni sereni. Le aspettative, soprattutto della tifoseria, erano molto elevate ma in prima istanza sono stati gli infortuni a impedire di rispettare le attese. Poi, con il termine della stagione e l’avvento del calciomercato, il giocatore ha lottato con le unghie e con i denti per farsi riconfermare, resistendo alle sirene dell’Arabia Saudita. E, quando tutto poteva incamminarsi verso migliori orizzonti, il classe 1993 è risultato positivo al doping. A causa di tracce di testosterone ritrovate nelle analisi sostenute dopo la sfida contro l’Udinese.
Al momento il giocatore risulta sospeso e in attesa di capire cosa accadrà con eventuali contro-analisi, nonché la decisione della Juventus, che potrebbe giungere a risolvere anzitempo il contratto. Nel frattempo la stampa francese si è schierata duramente contro il giocatore. ‘L’Equipe’ ha definito quello attuale come il “punto più basso ella sua carriera”. Considerazioni che di certo non aiutano e che arrivano mentre anche Paul Pogba sceglie di mettersi a nudo su tanti retroscena personali ad ‘Al Jazeera’.
Il passaggio più toccante della sua intervista non ha di certo riguardato i tanti infortuni che l’hanno limitato, bensì la sfera privata. Ovvero la nota vicenda delle estorsioni subite da parte degli amici e incredibilmente del fratello. Ancora una volta viene messa in luce la vulnerabilità dell’universo di giocatori giovani, alle prese con somme spropositate e un successo di certo non facile da gestire, sotto i riflettori: “Il denaro cambia le persone e può distruggere le famiglie. I soldi possono creare una guerra. A volte da solo pensavo di non volere più soldi, di non voler giocare a calcio. Ma soltanto di stare con persone normali”.
Il punto in comune
Perché? La spiegazione è logica, semplice, intuitiva. E accorda Richarlison, Pogba e tanti altri come loro ai quali non viene concesso il beneficio della vulnerabilità a causa del conto in banca: “Voglio solo stare con persone normali. Così mi ameranno per quello che sono. Non per la fama, non per i soldi”. “A volte è dura” ha concluso Pogba ma parlarne più iniziare. fare luce e sensibilizzare su una realtà che a nessuno piace guardare. Si chiama fragilità e appartiene a chiunque. Non bada all’estrazione culturale, alla posizione sociale e… al denaro.