Il pareggio nella trasferta contro la Macedonia del Nord ha complicato i piani dell’Italia. Ma Spalletti non può lavorare da solo.
Luciano Spalletti siede da pochi giorni sulla panchina della Nazionale, ma ha già le prime grane da risolvere. Il tecnico della Nazionale ha debuttato con un striminzito pari in casa della Macedonia e la squadra ha messo in mostra le solite lacune.
Spalletti ha realizzato un’impresa storica con la vittoria dello scudetto, ma con l’Italia sarà ancora più dura. Lo abbiamo pensato in molti, qualcuno non ci ha girato intorno mentre qualcuno voleva nascondere il problema, l’Italia ha un limite importante e stiamo parlando dell’attacco.
Dalla porta fino al centrocampo abbiamo calciatori di richiamo internazionale, qualcuno più in difficoltà (vedi Donnarumma) o qualcuno in gran forma come Barella, appena nominato nei migliori 30 per il Pallone d’Oro. La realtà più complicata riguarda l’attacco: i tempi di Baggio, Totti, Del Piero e Vieri sono finiti, ma al momento la situazione è abbastanza complicata.
Rivedevo l’altro giorno il match dell’Under 21 ed anche in quell’occasione il problema principale era un attacco sterile e poco concreto. L’Italia non è quella di una volta, ma Spalletti ha una grana non da poco. Lui che ha sempre rigenerato ogni attaccante in carriera, ha ora un compito tutt’altro che semplice.
Italia, le big non puntano sugli italiani
Ciro Immobile, 33 anni (34 a Marzo), non può rappresentare il futuro, ma dietro c’è ben poco. Scamacca ha costanti alti e bassi, Politano, Berardi e Zaccagni sono buoni giocatori ma nessuno sembra davvero adeguato per una Nazionale con la nostra storia. E il fatto che siamo andati a ‘racimolare’ Retegui in Argentina mostra tutte le difficoltà del nostro paese. La Francia ha Mbappe e una serie di calciatori promettenti nella fase offensiva, l’Inghilterra ha Foden, Sterling ed Harry Kane, la Spagna ha Morata ma lancia classe 2003-2004-2005 come se non ci fosse un domani.
Spalletti, anche provandoci, non vede al momento nulla dietro di sè: osservando anche tutte le nostre big, chi ha calciatori italiani? Le milanesi hanno attacchi (anche in panchina) totalmente stranieri, stessa storia anche per Juve e Napoli con il solo Politano come piccola eccezione. Persino squadre come Fiorentina, Udinese o Bologna puntano su calciatori stranieri e per il ct cosi è dura.
Se il Bologna, squadra con un ds molto attento ai giovani come Sartori, acquista Zirkzee e Kallstrom per il reparto offensivo appare evidente che c’è un problema. Gli attaccanti italiani non ci sono, e nessun ct può cambiare questo. Va cambiato il sistema altrimenti ci aspettano tempi molto bui… E ora dopo il Mondiale rischiamo di perdere anche l’Europeo, una situazione a dir poco tragica per il nostro calcio.