Nico Gonzalez è il nuovo numero 10 della Fiorentina e l’accompagna con la 9 il connazionale Lucas Beltran: una rivoluzione nei numeri che racconta di una Viola sempre più… Albiceleste.
È il quindicesimo proprietario – da quando esiste la numerazione fissa ovvero dal 1994 – a indossare la numero 10 della Fiorentina. Appena l’ha sfilata Gaetano Castrovilli, che ora veste la 17, l’ha poggiata sulla schiena Nico Gonzalez. Il numero dell’estro, della fantasia ma sopratutto della responsabilità. E allora conta poco se per caratteristiche potrebbe stonare, l’importante è il significato di difenderla: dall’argentino parte il nuovo corso di una Fiorentina che rivede in lui il riferimento principale.
Sarebbe difficile fare il contrario, siccome gli è stato affiancato in arrivo direttamente dal River Plate, ‘El Vikingo’ Lucas Beltran. Un 9 puro che, a otto giorni dall’essere sceso dall’aereo atterrato a Firenze, ha già calcato il primo campo della Serie A, debuttando a gara in corsa nel match vinto dai Viola contro il Genoa, a Marassi. Una coppia che non dovrà scoppiare, ma dovrà farlo fare alle difese avversarie.
Promette bene, giacché Nico Gonzalez con la 10 sembra aver assunto le ali piuttosto che un mattone di pretese e ambizioni: segna al 40′ del match inaugurale della stagione 2023-24 e corre tutto il campo per mostrare con orgoglio che merita quel numero. D’altronde, l’ultimo argentino ad averlo difeso per la Fiorentina è stato Miguel Montuori, che nel 1955/1956 ha guidato la formazione alla vittoria del primo scudetto. Centravanti tecnico e veloce, che a Firenze ha trascorso sei anni di applausi e orgoglio. Ha un arduo compito, Nico. E l’avrebbe avuto se anche non ci fosse stato un connazionale negli annali: i restanti in lista rievocano magie da far scendere la lacrimuccia.
Nico Gonzalez è il 10 della Fiorentina: chi l’ha preceduto ha sempre fatto innamorare
Se per antonomasia il 10 è considerato come la maglia dei grandi, la Fiorentina può rappresentarne la pratica dimostrazione. Dopo l’argentino Montuori, infatti, c’è stato Giancarlo De Sisti, l’equilibratore che vanta di essere stato campione d’Europa e vicecampione del mondo. Il suo impatto tecnico non è stato sminuito dal 10 che l’ha succeduto, ovvero Giancarlo Antognoni. Colui che è stato e continua a essere la storia della Fiorentina, se soltanto si pensa che vi ha trascorso in rosa ben 15 anni della sua carriera. Un periodo così lungo e incisivo, che al suo posto poteva arrivare soltanto un campione dal calibro simile, anzi – nessuno ce ne voglia – quasi ineguagliabile.
Si tratta di Roberto Baggio. ‘Il Divin Codino’ è stato un giocatore gigliato per cinque anni, realizzando 39 reti in 94 partite ufficiali. La sua efficacia e la sua eleganza restano ad oggi perlopiù incomparabili e rivoluzionarie nella storia del calcio italiano, perciò dopo di lui il successivo 10 è giunto da un’altra terra. C’è stato il portoghese Rui Costa, dal 1994 al 2001. Con lui la Fiorentina ha vinto due Coppa Italia e una Supercoppa italiana fra dribbling e gol. Infatti, bisognerà attendere Adrian Mutu nel 2006 per rivedere un calciatore con la doppia cifra sulle spalle emozionare similmente. Morfeo, Maspero, Nakata e Fiore loro malgrado sono passati abbastanza in sordina. Il fantasista rumeno, invece, è considerato il più importante nella storia del suo paese e ha condotto la Viola fino alle fasi finali di Coppa UEFA nella stagione 2007-08.
Il nostro nuovo numero 1️⃣0️⃣ 💜⚜️#forzaviola #fiorentina #violapark pic.twitter.com/VdewSlXvyN
— ACF Fiorentina (@acffiorentina) August 17, 2023
Poi gli annali ricordano italiani di tutto rispetto ad averla difesa. Dopo Santiago Silva e Ruben Olivera, la 10 è stata di Alberto Aquilani, che ha superato le 100 presenze con la maglia gigliata. Successivamente è passata al connazionale Federico Bernardeschi, che della Fiorentina è stato anche capitano. Pochi addii hanno avuto conseguenze così fragorosamente irate come quella sua alla Juventus. Prima dell’ultimo italiano ovvero Castrovilli è toccata a sorti abbastanza discutibili a Eysseric, Pjaca e Boateng, poi Nico Gonzalez. Un compito arduo, affascinante, sfidante: obbligatorio provare a fare la storia, impossibile passare inosservati.