Il calcio di Piotr Zielinski

Oggi si parla del calcio di Piotr Zielinski e del suo particolare carattere che lo ha indotto a rifiutare un’offerta da 16 milioni l’anno

Togliersi di dosso un’etichetta, nella vita come nel calcio, non è per niente semplice. Basta una frase a effetto, un soprannome buttato lì, un aggettivo riguardo la propria persona detto un po’ a caso e bisogna convivere con una precisa nomea. Che sia positiva o negativa poco importa, perché spesso alle persone non piace andare in profondità. Capire e comprendere i motivi, i limiti e le virtù non rientra nei canoni della società moderna e questo si riflette anche nel calcio. Piotr Zielinski è uno di quelli che fatica a togliersi di dosso l’etichetta di “discontinuo” e probabilmente non ce la farà mai. Perché, effettivamente, frega il giusto se sia corretta o sbagliata. Silenzioso, timido, poca personalità, scarsa gestione dei momenti importanti. È intelligente, ma non si applica. Potrebbe fare di più. Non ha la stoffa per giocare in un top club. È troppo discontinuo. Una serie di commenti che hanno caratterizzato la carriera del centrocampista polacco dal suo arrivo al Napoli, nel 2016. La sua fortuna e la sua sfortuna è stata anche quella di crescere alle spalle di un fenomeno come Marek Hamsik. Il paragone tra i due, fino all’addio dell’ex capitano azzurro, è stato più un danno che un elogio a Zielinski. Si sa, nessuno vive bene se non trova apparenti somiglianze fisiche, di provenienza o di posizione occupata in campo. Per fortuna, Zielinski è uno che ha saputo ritagliarsi un suo spazio. Non lo ha fatto alzando la voce, non è nel suo stile. Ha giocato con qualsiasi allenatore sia arrivato al Napoli, da Sarri a Spalletti, passando per Ancelotti e Gattuso. Ha lasciato parlare il suo calcio. Adesso c’è Rudi Garcia, che nella sua carriera ha dimostrato di amare molto la qualità. Una virtù che il Napoli poteva perdere in questa sessione di mercato, con Zielinski che ha rifiutato il trasferimento in Arabia Saudita, all’Al-Ahli, nonostante un ingaggio da 16 milioni di euro a stagione. Perché i soldi non sono tutto, nel calcio – e nella vita – c’è anche altro. Questo Zielinski lo sa, e lo sa bene anche sua moglie, Laura Slowiak, che di professione fa il medico e proprio non gradiva un trasferimento in un luogo dove le donne non sono trattate benissimo, per usare un eufemismo, e la libertà non ha prezzo.

Zielinski
Zielinski e il gol ad Alisson (ANSA) SerieANews.com

Il calcio di Piotr Zielinski è fatto di serpentine, cambi di direzione, tiri potenti e precisi da lontano e lanci perfetti. Ma anche di un’espressione tanto glaciale quanto imperturbabile all’esterno e di pochissime parole. Il silenzio del centrocampista polacco non è mai stato ben visto, perché spesso urlare e far vedere alle persone e agli avversari di essere presenti è un bel biglietto da visita. Ma non tutti sono uguali. Sbraitare in campo senza un filo logico non rientra nella personalità di Zielinski. Più si entra in quest’ottica, più si accettano i suoi limiti e le sue virtù, maggiore sarà l’apprezzamento per le giocate del polacco. Nei suoi piedi fatati ci sono potenzialmente 15 gol a stagione, un’enormità per un centrocampista. Però poi c’è la realtà, che è fatta di altro perché, se il mondo e il calcio fossero giusti sarebbero tante le cose diverse. La partita contro il Frosinone ha dimostrato che Zielinski è un giocatore fondamentale per il Napoli, che dev’essere grato del carattere particolare del giocatore. Quasi nessuno rifiuta un ingaggio monstre prima al West Ham – l’anno scorso – e poi all’Al-Ahli – quest’estate – per poi aprire a una trattativa per un rinnovo al ribasso. Si parla di un calciatore dal carattere unico, cresciuto in un contesto particolare. La sua famiglia ha sempre dato tutta sé stessa per gli altri, accogliendo per tredici anni nella propria casa a Zabkowice, 40 miglia a sud di Breslavia, bambini in difficoltà. Piotr era un bambino timido, temevano non ce l’avesse fatta ad aprirsi con gli altri. C’è voluto del tempo, poi è successo: ha iniziato a giocare anche a calcio con i suoi ‘fratelli acquisiti’. Il Zielinski di oggi è proprietario di due case a Zabkowice, che la famiglia ha ristrutturato e trasformato in orfanotrofi sotto l’associazione ‘Peter Pan’, derivato dal nome del figlio. Non ama apparire a livello mediatico, gliene importa poco dei fotografi e di finire sulle prime pagine. Prosegue per la sua strada, segnata dalla sua gentilezza e generosità.

Zielinski
Il Maradona ai piedi di Zielinski (ANSA) SerieANews.com

Quel che è chiaro, oltre al suo aspetto caratteriale, è che Zielinski è un giocatore fortissimo. Quel che è ancora più chiaro, è che apprezzare le sue qualità vuol dire anche accettare i suoi numeri e le sue prestazioni. Anche quando sono sotto il suo livello standard. In passato, Jurgen Klopp ha provato in ogni modo a portarlo al Liverpool, ma il centrocampista polacco ha fatto altre scelte per la sua carriera. Lo Scudetto con un totem come Luciano Spalletti alla guida del Napoli è il coronamento di un lungo percorso di crescita, che lo ha portato con sfrontatezza a imporsi fornendo ottime prestazioni in Champions League. Rudi Garcia è felice che Zielinski abbia rifiutato il trasferimento in Arabia Saudita. Questo renderà meno complicato un lavoro già abbastanza intricato di per sé. Non è ancora chiaro quando ci sarà il rinnovo del centrocampista polacco. Trattare con Aurelio De Laurentiis la cifra giusta e la durata del nuovo contratto, dopo aver rifiutato un’offerta che avrebbe portato circa 35 milioni di euro nelle casse del club partenopeo, non dev’essere una passeggiata. Allo stesso tempo, soltanto uno come Zielinski può continuare a tenere testa al presidente del Napoli. Basta pensare al messaggio pubblicato nelle Instagram Stories qualche settimana fa, rispondendo alle critiche dello stesso De Laurentiis sulla famosa discontinuità che accompagnerà fino a fine carriera il centrocampista polacco. Nel suo calcio, tuttavia, ci sarà sempre quella particolarità che non tutti sono in grado di comprendere e che lo ha sempre caratterizzato.

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