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Serie A

Gravina, abbiamo un (altro) problema: adesso nessuno vuole fare il CT dell’Italia femminile

Dopo la debacle mondiale avrebbero già detto no diversi tecnici. L’Italia femminile è l’ennesimo flop di questa gestione della FIGC?

L’avventura della nazionale italiana femminile ai mondiali in Australia e Nuova Zelanda si è conclusa in maniera a dir poco negativa. Dopo l’estemporanea vittoria contro l’Argentina, con tanto di esultanze social che avevano fatto storcere il naso, sono arrivate le sconfitte contro la Svezia, decisamente pesante, e contro il Sudafrica, rocambolesca e che costa l’eliminazione dal mondiale.

Gabriele Gravina presidente della FIGC (ANSA) SerieANews.com

Dopo i fallimenti della nazionale maschile, che però almeno nel frattempo ha vinto EURO 2020, anche la nazionale femminile si accoda al trend negativo del calcio tricolore. L’obiettivo di certo non era la vittoria, ma il modo attraverso il quale è arrivata la sconfitta non può che far riflettere. La prima a fare le spese è, come logico nel mondo del calcio, la CT Bertolini la quale è stata chiamata a rispondere di alcune scelte in fatto di convocazioni, ma soprattutto di un gioco che, per larghi tratti delle due sconfitte, ha latitato.

Archiviata la debacle c’è però un punto da analizzare: e la FIGC? Perché il disastro mondiale, che è un disastro non solo dal punto di vista strettamente di campo, ma anche connesso a tutto ciò che la FIGC ha ‘costruito’, spesso in maniera più mediatica e ‘politica’ che fattuale, attorno al calcio femminile, rischia di lasciare strascichi difficili da risolvere. Infatti la panchina dell’Italia femminile adesso scotta e sono ben pochi quelli che si vogliono sedere.

Italia femminile, già quattro allenatori hanno detto no

Sarebbero stati già sondati Evani, Stramaccioni, Lombardo e Nicolato. Sono arrivati quattro no. Nessuno di questi, stando a quanto riporta FanPage.it, avrebbe aperto uno spiraglio. Inoltre anche la volontà della FIGC, che accanto ad un eventuale CT uomo vorrebbe trovare una vice donna, non sta andando per il meglio. Perché anche trovare una vice sta diventando un’impresa: Carolina Morace non lascia l’Inghilterra e Katia Serra avrebbe anche lei declinato.

La sconfitta con il Sudafrica costa l’eliminazione all’Italia femminile (ANSA) SerieANews.com

Per il momento l’unica pista che resta in piedi è quella di Carmina Gautieri, tecnico con esperienza nella Serie C italiana il quale potrebbe sfruttare la panchina delle azzurre per rilanciarsi. Altro che Hervé Renard che, dopo il buon mondiale maschile con l’Arabia Saudita, è tornato in patria per allenare la Francia femminile.

I nostri allenatori e le nostre allenatrici su quella panchina non vogliono sedersi. Una situazione che mette a nudo l’ennesimo problema in seno alla FIGC. Negli ultimi anni la nostra federazione ha puntato molto sul calcio femminile, ma forse, ammettiamolo, non l’ha fatto secondo logiche sportive. Un movimento che sembra essere diventato una gigantesca bolla mediatica, con errori comunicativi che, detto in tutta sincerità, sono stati l’opposto di un’operazione simpatia, ma che alla prova del giudice supremo, il campo, si è sciolto. E adesso nessuno vuole prendersi la patata bollente per ripartire.

I vertici della FIGC dovrebbero riflettere. I numeri degli spettatori sbandierati senza parlare di quanti erano effettivamente paganti, il professionismo calato dall’alto senza che fosse economicamente sostenibile senza l’elemosina del calcio maschile, l’ingresso ‘obbligato’ dei club maschili (che alla prima difficoltà si fanno due conti in tasca e lasciano, vedi Samp) che ha condannato alla scomparsa decine di società storiche del calcio femminile, un atteggiamento mediatico, in un contesto in cui il 99% dello sport italiano maschile e femminile soffre e soffre davvero, di costante confronto, paragone e sfida con il calcio maschile che ha alienato a priori le simpatie di molti appassionati. E il risultato è stata la sconfitta contro le non-professioniste del Sudafrica.

Qualcuno in FIGC ci rifletterà? Non l’hanno fatto di fronte a due non qualificazioni della nazionale maschile, lo faranno dopo l’eliminazione dal mondiale femminile?

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Scritto da
Giancarlo Di Stadio

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