Federico Chiesa da quando è rientrato dall’infortunio al crociato non riesce a tornare sui livelli di Euro 2020
Sono state tante le critiche ricevute da Federico Chiesa dopo la notizia sulla sua richiesta di rinnovo del contratto con la Juventus da 8 milioni di euro a stagione. Per analizzare al meglio la situazione dell’attaccante bisogna fare necessariamente un passo indietro e tornare a Euro 2020, precisamente tra giugno e luglio 2021. Chiesa è stato uno di quelli che ha trascinato l’Italia alla vittoria dell’Europeo, risultando decisivo quasi in tutte le partite non solo per il gol o per gli assist, ma soprattutto per la qualità delle giocate. Un aspetto da considerare, però, è che a gennaio dell’anno successivo ha avuto un infortunio al crociato che lo ha tenuto fuori fino a novembre.
Si è fermato nel miglior periodo della sua carriera. Aveva raggiunto lo status di top dopo un’ottima stagione a livello individuale con la Juventus di Andrea Pirlo, che lo riteneva centrale per il suo progetto. E infatti Chiesa è stato uno dei migliori della Juve 2020/21, decisivo anche in finale di Coppa Italia contro l’Atalanta. Poi è arrivato Allegri e a gennaio dell’anno scorso l’infortunio che gli ha anche fatto saltare il playoff del Mondiale, poi perso dall’Italia. Per un ragazzo che a ventiquattro anni aveva l’Europa ai suoi piedi è difficile da assimilare una situazione del genere. Dal tutto al niente.
Già prima dell’infortunio, la stagione di Chiesa con Allegri non era stata esaltante. Perché lui è un tecnico che non valorizza appieno il suo attacco, non ha un gioco che possa esaltare le caratteristiche dei calciatori offensivi. Allegri preferisce utilizzare altre armi che poco vanno d’accordo con i talentuosi giocatori che ha avuto a disposizione nell’ultimo anno. L’Italia ha vinto un Europeo perché ha saputo nascondere la mancanza di campioni con un gioco straordinario, con cui Mancini ha saputo esaltare le caratteristiche di tutti i giocatori che aveva a disposizione, Chiesa compreso. Pirlo, al netto delle critiche ricevute, aveva un’idea di calcio offensiva, provava a dare un’anima a una Juve già ferita e a comandare di più il gioco invece che giocare sull’errore dell’avversario.
Ritrovare la forma dopo un infortunio del genere è difficile, Nicolò Zaniolo lo sa bene. Ma bisogna anche essere messo nelle condizioni giuste per tornare grandi. Questo alla Juventus non succede e Chiesa si ritrova a trattare un rinnovo del contratto in un periodo pessimo: la Juve sta vivendo il periodo peggiore post-Calciopoli; due anni fa lui era uno dei migliori d’Europa e oggi non riceve fiducia e non viene tecnicamente tutelato dal proprio allenatore dopo essersi rotto il ginocchio. La scadenza è fissata al 2025, a 8 milioni rinnovare è quasi impossibile. Anche se lui ha rifiutato tutti dopo l’Europeo per restare alla Juve.
Le difficoltà fisiche e morali di Chiesa ci sono, è normale. Tanti giocatori dopo il rientro da un infortunio ci mettono un po’ a rientrare in forma. Per farlo, devono necessariamente giocare. E’ successo a Lorenzo Insigne, che ha vissuto le migliori stagioni della sua vita due anni dopo la rottura del crociato. Ma ha anche avuto qualcuno che credesse in lui, mettendolo al centro del progetto della sua squadra. Questo a Chiesa non è successo e non è detto che succederà. Fare il terzino in una difesa a cinque, com’è capitato nella sfida di Napoli, lo espone a delle brutte figure e non aiutano il suo processo di crescita. Senza rinnovo restano due anni di contratto con la Juventus, gli stessi di Allegri.
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