L’errore di Lukaku e il gol di Rodri ci ricordano una verità: il calcio alla fine è questione di centimetri.
Il calcio è forse lo sport più aleatorio al mondo. Un gioco in cui anche solo un gol può fare la differenza. In cui la vittoria di un trofeo o la retrocessione, l’ingresso nella storia o l’oblio dei secondi, può dipendere o meno da un solo pallone che entra. o che non entra E un pallone che entra o che non entra può dipendere da davvero pochi centimetri.
Mettiamo per un attimo da parte le considerazioni tattiche, diciamo solo che l’Inter di Simone Inzaghi ha giocato a testa alta e che lo stesso Lukaku, oggi capro espiatorio per molti, se proprio vogliamo trovare un protagonista negativo nella squadra nerazzurra, non è certo stato tra i peggiori. Eppure, nella storia finiscono le immagini del suo gol sbagliato a pochi metri dalla porta di Ederson. Questione di centimetri appunto.
Come questione di centimetri è il gol di Rodri che trova il pertugio tra due difensori e il palo. Impossibile per molti indovinare quello spazio, di certo impossibile per Onana arrivarci. Centimetri, come diceva Al Pacino quando interpretava un famoso protagonista di un film cult. Quello era football inteso alla maniera statunitense, non football come lo intende il resto del mondo. Ma il concetto è lo stesso. Ed anche nel nostro football è questione di centimetri. Centimetri che ti fanno essere l’eroe della serata, come Rodri, oppure il meme del giorno sui social, come Lukaku.
I centimetri sono anche quelli che prima tolgono e poi danno un Mondiale all’Argentina. Nel 2014 il tiro di Higuain non supera Neuer, nel 2022 quello di Mbappé non supera Emiliano Martinez. O come Robben che, nel 2010, trova la gamba di Casillas a negare all’Olanda il gol che avrebbe potuto significare il primo Mondiale della storia orange. E non torniamo troppo indietro con la memoria, altrimenti dovremmo citare la traversa di Di Biagio in Francia-Italia del ’98 o l’uscita a vuoto di Walter Zenga che interrompe le ‘notti magiche’ nell’allora San Paolo ‘spaccato’ ad Italia ’90.
Centimetri, centimetri che diventano decisivi quando ci troviamo di fronte ad uno sport come il calcio. Soprattutto quando ci troviamo di fronte ad uno sport come il calcio: aleatorio, forse troppo. Uno sport che ieri ha messo di fronte una squadra come il City, costruita per vincere, ed una squadra come l’Inter che invece ad inizio stagione in molti davano già fuori al girone. Eppure a decidere il match sono serviti i centimetri. Quelli di Lukaku, quelli di Rodri, quelli di Dimarco che trova una traversa beffarda. Ciò che resta è però il percorso, la prestazione, l’uscire a testa alta. Quella non è una questione di centimetri. Ad anche Lukaku dovrebbe sorridere pensando a ciò.
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