L’obiettivo dell’Arabia Saudita è spendere una cifra indicibile per comprarsi il calcio e mettersi al pari delle top 5 leghe europee
E’ come quando dei bambini giocano per strada e c’è il proprietario del pallone che vuole decidere tutto. Solo che l’Arabia Saudita il pallone vuole comprarselo a suon di miliardi dati a giocatori che il meglio lo hanno già dato in Europa, per poi garantirsi il Mondiale del 2030. Una data da cerchiare in rosso, perché quello è il centenario della prima Coppa del Mondo disputatasi in Uruguay nel 1930 e vinto proprio dalla Celeste in finale con l’Argentina. In base a quell’assegnazione si capirà a che gioco sta giocando la FIFA: se consegnare il calcio ai soldi del Medio Oriente, strappandolo a Europa e Sudamerica che resterebbero senza Mondiale rispettivamente per dodici e sedici anni.
Nel frattempo, gli sceicchi dell’Arabia Saudita hanno iniziato a comprarsi le proprie figurine per dare lustro al proprio campionato. Non è come la Cina, dove i giocatori di punta erano Hulk, Oscar, Jackson Martinez, Alex Teixeira, Paulinho, Pellé, Ramires. E dove il più pagato è Oscar con circa 24 milioni di euro a stagione. Qui si parla di altre cifre, per un altro tipo di giocatori. Quelli che in passato hanno vinto il Pallone d’Oro e hanno scritto la storia del calcio per circa quindici anni. Un ciclo aperto dall’ingaggio di Cristiano Ronaldo all’Al Nassr con un contratto da 200 milioni l’anno. E che sta proseguendo con Karim Benzema all’Al-Ittihad, che ha firmato un biennale con opzione per il terzo anno da 200 milioni complessivi.
Insieme a Benzema, giocherà anche N’Golo Kanté all’Al-Ittihad: ufficiale il suo arrivo a parametro zero, per lui un biennale da 100 milioni a stagione. Ma non è finita qui, perché oltre a queste tre superstar del calcio europeo, ci sono altri campioni che potrebbero giocare nella Saudi Pro League. Come per esempio Modric, ma anche Aubameyang, Sergio Ramos, Son, Jordi Alba. E Jorge Jesus ad allenare la Nazionale al posto di Hervé Renard. Pare invece abbia rifiutato la proposta saudita Lionel Messi, accettando quella dell’Inter Miami, per un approdo in MLS che ha una politica del tutto diversa rispetto a quella degli sceicchi per fare bella figura al Mondiale del 2026.
L’Europa resta a guardare i passi avanti del campionato saudita, che almeno per il momento può puntare solo su top player a fine carriera. Ci hanno già provato la NASL negli anni ’70 e la Cina in tempi più recenti, con risultati più che deludenti. La politica è simile, ma i risultati possono essere un po’ più diversi. Perché le risorse dei sauditi sono molto di più e il Medio-Oriente vuole cambiare il suo ruolo nel mondo del calcio. Vuole imporsi con prepotenza e la prima strada intrapresa è quella di strapagare in modo pazzesco chi ha già dato tutto sé stesso al campionato europeo. Nei prossimi anni gli investimenti aumenteranno, chi è già lì parla di una Saudi Pro League a livello di Premier League, Liga, Serie A, Bundesliga e Ligue 1.
L’Arabia Saudita ha i soldi per comprarsi il resto mondo, certo, ma il prestigio e la storia nel calcio non sono in vendita. Non esistono progetti come nella Major League Soccer, che pure incassa le sue belle critiche, ma c’è una voglia matta di introdurre una quantità di miliardi enorme nelle tasche dei giocatori. I tifosi europei e sudamericani non possono fare altro che assistere a tutto ciò e capire la FIFA a chi assegnerà il Mondiale 2030.
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