Una domanda amletica, alla quale i tifosi del Napoli hanno provato a dare risposta. Qual è il vero e tangibile motivo della crescita di Victor Osimhen?
Con la doppietta di Bologna, Victor Osimhen ha raggiunto quota 30 gol in stagione. Soprattutto, ha blindato il proprio primato di capocannoniere della Serie A con 25 reti. Numeri impressionanti, per un calciatore che quest’anno si avvia ad essere premiato come uno degli MVP del nostro campionato. E che probabilmente si candida ad essere il grande bomber che animerà il calciomercato dei top club, nel corso della prossima rovente estate.
Dopotutto, la crescita e la maturazione vista quest’anno dal nigeriano è stata impressionante. Non solo per costanza di rendimento, ma anche e in particolare per completezza di gioco. Spietato finalizzatore, ma uomo squadra e primo difensore: la stagione di Victor Osimhen è quella di un top player, di come forse ce ne sono due-tre in giro per l’Europa.
Chiaramente i mezzi atletici e fisici regalatigli da madre natura non hanno bisogno di troppe spiegazioni. Così come quelli tecnici, dove l’ex Lille e Wolfsburg sembra aver addirittura affinato il proprio arsenale. Quello che ha lasciato realmente di sasso è la crescita mentale che Victor Osimhen ha mostrato nel corso di questa stagione. Una crescita che dietro ha un vero e proprio motivo, tangibile come toccare l’acqua per constatare il fatto che sia bagnata.
Il motivo dietro la crescita di Victor Osimhen non ha soltanto un nome, ma anche un cognome: Luciano Spalletti. Dispiace deludere chi si attendeva una risposta ben più illuminante, ma a volte sono le cose più semplici ad essere quelle più efficaci. Ed è l’approccio che il tecnico di Certaldo ha mostrato con il nigeriano e con le altre stelline del suo Napoli: severo e intransigente, ma paterno e amorevole.
Al di là della solita e semplicistica narrazione del maestro con l’allievo, quello che Spalletti è riuscito a fare sulla mente e sui nervi di Osimhen è stato fondamentale. La prima gara ufficiale del nigeriano con il trainer toscano lo vedeva espulso per una manata a palla lontana, dopo neanche venti minuti di gioco. L’ultima, invece, lo vedrà capocannoniere della Serie A e leader tecnico ed emotivo di una squadra che ha vinto stracciando qualsiasi record.
In questo semplicissimo lavoro (che è semplice solo a sintetizzarlo), Spalletti ha sublimato il proprio rapporto speciale con gli attaccanti. Un qualcosa che ha sempre coltivato nel corso della propria carriera, cambiando la carriera a molti dei propri bomber. Osimhen è soltanto l’ultimo di questa schiera, con i napoletani che ora sperano e incrociano le dita: non solo circa la permanenza del nigeriano, ma anche circa una sua stagione da record anche senza più Spalletti in panchina.
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