Una telefonata “anomala” ad un arbitro in attività è costata carissimo al responsabile dei fisioterapisti AIA. I dettagli della vicenda.
Se ai club di Serie A, dal luglio 2018, in virtù del cosiddetto ‘Decreto Dignità’, come noto, è vietato mostrare sulle proprie maglie loghi di società di scommesse, il mondo del betting purtroppo regala ancora tanti milioni di euro.
La volontà di scommettere è costata cara ad un tesserato, con un delicato ruolo nell’Associazione Italiana Arbitri (AIA). La vicenda nasce da una conversazione datata 23 gennaio, prima di un gara di Serie A. Il deferimento, conseguente alla denuncia del direttore di gara, destinatario dell’anomala richiesta, è arrivato il 9 marzo scorso.
In particolare, il protagonista della nostra vicenda, per contattare l’arbitro, ha usato anche i canali WhatsApp e Telegram, piattaforme che lasciano tracce e quindi, in caso di violazioni di regolamento, fonti di prova inattaccabili.
Il fisioterapista all’arbitro: “Sai, io scommetto sulle ammonizioni…”
La vicenda è illustrata in ogni dettaglio da calcioefinanza.it. Il 23 gennaio a San Siro, ore 20.45, è in programma Inter-Empoli, arbitro designato Antonio Rapuano di Rimini. A contattare dil direttore di gara, con una telefonata vocale, è stato Claudio Defina, responsabile dei fisioterapisti dell’AIA. I due, ovviamente si conoscono per i ruoli ricoperti.
“Sai, con un mio amico ogni tanto faccio la bolletta scommettendo sulle ammonizioni degli arbitri. Sentiamoci su Telegram”: dice il fisioterapista all’arbitro, la cui risposta è chiara: “Che c***o stai dicendo”, afferma Rapuano, il quale chiude la telefonata e immediatamente, sul suo cellulare, blocca in entrata il numero di Defina.
Il direttore di gara, a quel punto, sa che se non raccontasse l’accaduto ai suoi superiori, rischierebbe il deferimento per omessa denuncia. L’arbitro non ci sta, alza il telefono e chiama subito Gianluca Rocchi, responsabile CAN AB. Non solo, Rapuano allerta anche il collega Daniele Orsato, quale Rappresentante degli Arbitri in attività.
L’arbitro Rapuano denuncia il fisioterapista dell’AIA
La scelta dell’arbitro riminese è sacrosanta. Allerta i suoi superiori, quindi il 24 gennaio 2023, la Procura Federale, a seguito di una nota arrivatale dalla Segreteria dell’AIA, apre un fascicolo sull’accaduto. Il deferimento arriva il 9 marzo, si va a dibattimento e in data 18 maggio arriva la pronuncia del Tribunale Federale Nazionale, organo di I grado. Cladio Defina viene squalificato per 1 anno.
Come si legge nel dispositivo, Defina “rappresentando allo stesso (Rapuano, ndr) di fare ogni tanto con un amico (ovvero di scommettere di tanto in tanto sul numero complessivo di ammonizioni comminate durante una determinata gara), dando in tal modo a far intendere al proprio interlocutore di voler conoscere anticipatamente il numero di ammonizioni che lo stesso avrebbe comminato durante lo svolgimento della gara”. Insomma, prove schiaccianti che hanno portato ad un esito inevitabile.