Da Skriniar a Rafa Leao: la storia insegna, i soldi non fanno la felicità

Ancora una volta la dimostrazione che non contano solo i soldi e il caso del difensore nerazzurro Skriniar lo dimostra. 

Manca sempre meno alla fine della stagione, un’annata che resterà senza dubbio nella storia del calcio. Dopo 33 anni di attesa il Napoli e i suoi tifosi hanno finalmente festeggiato la vittoria dello scudetto; il calcio italiano vive una vera e propria nuova rinascita. La Serie A vedrà sicuramente una protagonista nella finale di Champions ad Istanbul e i top club italiani stanno dimostrando come a volte bastino semplicemente le idee. Negli altri campionati fioccano i milioni e club come Psg, Manchester United o altre big di Premier investono a dismisura, forse (togliamo il forse) talvolta esagerando. Non sempre però i soldi fanno la felicità, certamente garantiscono un portafoglio più pieno ma allo stesso tempo possono portare grosse delusioni.

Skriniar e Leao, volti diversi della medaglia
Skriniar e Leao, due scelte differenti (Lapresse) SerieAnews

Il caso più eloquente è quello di Romelu Lukaku. Il belga, protagonista del campionato di due anni fa, aveva salutato per la Premier, ma dopo poco più di un anno è tornato (a condizioni abbastanza vantaggiose) nel club che lo aveva reso grande. In Francia, al Psg, ci sono diversi casi simili. Hakimi, Neymar e Mbappe sono grossi nomi per qualsiasi club, il loro stipendio è incredibilmente alto ma nessuno dei tre sembra cosi felice di stare sotto la Torre Eiffel.

Proprio a Parigi la dimostrazione più netta è data però da Lionel Messi. L’argentino, uno dei 4-5 calciatori più forti della storia, ha lasciato Barcellona per i soldi (e il progetto?) dello sceicco Al Khelaifi e, nonostante una Coppa del mondo vinta a Novembre, ora è vittima dei fischi dei tifosi del PSG. Tanti soldi, un portafoglio da capogiro con 35 milioni di euro all’anno e fischi assordanti per uno dei calciatori più forti nella storia. Sotto la Torre Eiffel approderà invece tra poche settimane Milan Skriniar, uno dei più grandi esempi riguardanti questo detto. Il centrale slovacco è fermo da mesi per infortunio, il suo stop aveva preoccupato l’Inter e i suoi tifosi ma paradossalmente questo stop è coinciso con la rinascita della squadra di Simone Inzaghi.

Inter, si vince anche senza Skriniar

Il calciatore slovacco ha praticamente ‘tirato i remi in barca’ a gennaio, ha lasciato i compagni per operarsi e preservare la sua avventura al PSG (c’è già un preaccordo tra le parti per la firma a costo zero) costringendo Inzaghi a fare di necessità virtù. Il tecnico ha adattato Darmian come nuovo centrale titolare, ha rilanciato calciatori quasi fuori dal progetto come D’Ambrosio e l’Inter è tornata a vincere. Skriniar aveva lasciato una squadra in difficoltà ed ora i nerazzurri sono in finale di Coppa Italia e partono favoriti per raggiungere la finale di Champions League a Istanbul. Un risultato pazzesco e su cui in pochi, anche tra i tifosi nerazzurri, avrebbero puntato un euro.

delusione Skriniar Inter
Inter-Skriniar, il rapporto finito male (Lapresse) SerieAnews

Skriniar avrà tra qualche mese un portafoglio molto più pieno, ma vede solo da lontano la possibilità di giocare la finale di Champions League, gioia che potrebbero vivere i suoi compagni di squadra. Nessuno, probabilmente neanche Skriniar, si sarebbe mai aspettato una situazione del genere e lo slovacco dovrà invece andare a Parigi. In Francia il club è sotto attacco dai tifosi, infuriati per le mancate vittorie. Una situazione particolare, dove possiamo osservare il bianco e il nero del mondo del calcio.

Non solo Skriniar: Insigne, quanti rimpianti

Skriniar non è l’unico però a rimpiangere le scelte passate (o presenti), ma ci sono anche altri calciatori che si ritrovano costretti ad esultare da lontano. L’ex capitano del Napoli Lorenzo Insigne ha salutato lo scorso anno, dopo anni in maglia azzurra, e si è trasferito in Mls al Toronto. In quel momento nessuno, appunto neanche Lorenzo, si sarebbe aspettato una vittoria del Napoli dello scudetto. Gli azzurri esultano per un risultato storico, Insigne ha fatto lo stesso esultando per la squadra del suo cuore solo mediante i social.  Stessa sorte per Kalidou Koulibaly: il centrale senegalese ha accettato la mega offerta del Chelsea la scorsa estate, ha lasciato Napoli per provare una nuova avventura. Ebbene, mentre gli ex compagni alzavano il titolo della Serie A, Kalidou siedeva sconsolato in panchina. Il senegalese è ormai uno degli ultimi rimpiazzi ai Blues e sicuramente (cosi come Lorenzo) ripensa alle scelte fatte in passato.

Insigne e i rimpianti post Napoli
Insigne lascia Napoli e gli azzurri vincono la Serie A (Lapresse) SerieAnews

Sono probabilmente questi alcuni degli esempi a cui avrà pensato la stella portoghese del Milan Rafa Leao. Il giocatore ha ormai raggiunto un accordo con il club rossonero, per il rinnovo del contratto. Sette milioni l’anno e una clausola di circa 150 milioni di euro. Rafa poteva salutare per mete estere e firmare accordi ancora più remunerativi, eppure ha preferito legarsi (per la carriera?) ai colori rossoneri. In fondo, non c’è soldo che tenga per un calciatore, persone che guardano al conto in banca ma soprattutto al progetto e alle vittorie personali e di squadra. Skriniar e Leao rappresentano però i lati opposti della medaglia ed i due hanno fatto una scelta completamente differente; sta al futuro stabilire chi ha fatto la scelta migliore. Intanto Leao può rappresentare solo il primo esempio di una rinascita, basta al calcio degli sceicchi e i multimilionari, si al calcio delle idee. 

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