Il presidente dell’Aiac ha replicato attraverso il suo profilo social alle parole di ieri sera di José Mourinho dopo la sfida tra Roma e Inter
Le parole di José Mourinho sono spesso pungenti. Lo stile del portoghese è stato sempre lo stesso fin dai suoi primi anni in panchine. L’allenatore è tornato a tuonare al termine della gara di ieri pomeriggio contro l’Inter. In questo caso, il tecnico della Roma si è levato qualche sassolino dalla scarpa facendo riferimento indiretto a Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori, che ero intervenuto dopo le precedenti dichiarazioni di Mou nelle quali ha detto di essere sceso in campo con un microfono durante la gara con il Monza.
Frasi che hanno portato il procuratore federale ad aprire un’indagine nei suoi confronti. Adesso, a poche ore di distanza dal riferimento non molto velato ad Ulivieri, è intanto arrivata anche la replica di quest’ultimo.
Roma, Ulivieri risponde a Mourinho: “Io e lui di pasta diversa e me ne rallegro”
“Non posso rispondere direttamente a José Mourinho perché non è entrato nel merito di quanto ho detto attraverso il comunicato di tre giorni fa”, ha esordito nelle sue puntualizzazioni Renzo Ulivieri arrivate attraverso il suo profilo social.
Diversi i punti. Il primo: “In Italia è ancora rimasta democrazia e per questo motivo il presidente dell’Aiac, ruolo che non è retribuito, si viene eletti dagli stessi allenatori e non nominati dall’alto”.
In secondo luogo, Ulivieri ha parlato della squalifica a cui aveva fatto precedentemente fatto riferimento Mourinho: “A due anni dall’inizio della squalifica, tanti ne sono trascorsi per ricercare prove a discarico, la Caf con la sentenza di giugno 1988 riconosceva con riferimento a me: ‘l’illecito consumato in sua assenza e a sua insaputa’ e ancora ‘l’Ulivieri passa dalla posizione di protagonista assoluto, callido e pervicace, a quella di malaccorto generico’. Questa sentenza presupponeva l’accoglimento di una eventuale richiesta di grazia che non chiesi per salvaguardare la mia dignità. Avrebbe significato infatti un’ammissione di colpa e quindi scelsi di scontare la squalifica per intero ripartendo poi dalla Serie C”.
Poi chiude: “Finché si è in campo, siamo alla pari, quando finisce la partita non lo siamo più perché l’allenatore può parlare mentre l’arbitro no. Questo non mi sembra giusto. Concordo però con Mourinho su un punto: siamo fatti di pasta diversa e me ne rallegro”.