Il Napoli di Spalletti è ormai prossimo a vincere lo Scudetto, evento atteso soprattutto da una generazione specifica di tifosi azzurri.
Eccoci qui, dopo la festa preparata domenica scorsa ma poi rimandata per il bellissimo gol di Dia, è ormai vicinissima la vittoria finale del campionato da parte del Napoli di Luciano Spalletti. Agli azzurri, sempre se la Lazio non dovesse battere il Sassuolo di Alessio Dionisi, basterebbe infatti pareggiare contro l’Udinese domani sera alla Dacia Arena per vincere aritmeticamente lo Scudetto.
Proprio per questo motivo, nella città di Napoli è tutto pronto per riversare nelle strade una gioia conservata nella parte più nascosta della propria anima per ben trentatré anni. La squadra campana, infatti, non vince un campionato dalla stagione 1989/90. Ovvero quella dove il Napoli di Maradona riuscì a battere in un testa a testa storico il super Milan guidato da Arrigo Sacchi. La classica espressione che si ‘utilizza’ in questi casi è “N’è passata dell’acqua sotto i ponti”. Anche se per quello che hanno dovuto affrontare i tifosi partenopei in questi lunghi anni la frase più idonea è sicuramente: “Quanti uragani hanno stravolto la nostra squadra del cuore”.
Il Napoli, infatti, in questi 33 anni ne ha passate di cotte e di crude: dal rapidissimo declino dopo l’era del ‘Pibe de Oro’, passando dal fallimento del 2004, alla lenta risalita verso i vertici del calcio italiano. Per tutti questi motivi, l’intero popolo partenopeo si merita di alzare gli occhi al cielo e gridare con tutto il fiato in corpo: “Siamo i campioni d’Italia!!!” Anche se questo Scudetto è soprattutto di quella Generazione Y, ovvero di chi è nato tra fine anni ottanta e gli inizi dei novanta, che andava a dormire non ascoltando fiabe, ma le gesta del Napoli di Maradona.
Napoli, questo terzo Scudetto è tutto della generazione dei Millennials
Questi tifosi, di fatto, hanno vissuto il periodo storico più buio della storia del Napoli. La Generazione Y ha infatti che ha prima ha trascorso la propria infanzia con chi gli ripeteva ‘Eh, ma tu non hai visto Maradona…” e poi è cresciuto guardando le varie ‘tragedie’ calcistiche della squadra azzurra di quegli anni: dalla finale di Coppa Italia del 1997 persa contro il Vicenza, passando alla retrocessione in Serie B del 1998 (dove quel Napoli chiuse il campionato con soli 14 punti, record negativo di tutta la storia della Serie A), al già citato fallimento del 2004.
Ma quegli anni i Millennials partenopei hanno ‘vissuto sulla propria pelle’ anche i vari campionati mediocri disputati in Serie B, la retrocessione all’ultima giornata del 2001 (con Emiliano Mondonico allenatore) e le gestioni societarie scellerate di Giorgio Corbelli a Salvatore Naldi.
Questa generazione, di fatto, si scaldava con pochissimo (tutto in ordine sparso): l’arrivo di Edmundo nel mercato di gennaio del 2001, le punizioni di Montezine e Cruz, i ‘colpi di mercato’ Dionigi e Zanini, le volate di Saber contro la Juve, i contrasti a centrocampo di Vidigal e le reti dei vari Imbriani, Di Napoli, Agostini, Aglietti, Turrini, Caccia, Stellone, Schwoch e Graffiedi.
La Generazione Y partenopea può finalmente esultare
Questo Scudetto, quindi, è decisamente tutto della generazione dei tifosi del Napoli che hanno sofferto di più. Chi è nato in quegli anni, di fatto, lo riconosci subito per strada, perché ha lo sguardo sognante ed incredulo: convinto che non avrebbe mai visto un giorno del genere, ma allo stesso tempo memore di tutto quello che ha vissuto nella sua ‘traumatica adolescenza sportiva’.
Chi ha adesso tra i 30 e 38 anni può quindi finalmente urlare di gioia: “Non ho visto Maradona, ma quanto ho goduto quando il Napoli di Spalletti ha vinto lo Scudetto”. Cara generazione Millennial azzurra, goditi ogni nanosecondo di questi giorni così gloriosi, leggendari ed indimenticabili perché ‘sta per accadere’ quel desiderio che hai espresso ogni qualvolta che hai spento le candeline della tua torta di compleanno.