L’importanza di questo Napoli-Milan la comprenderemo solo tra qualche anno. Al Maradona ci attende una notte indimenticabile
Napoli e Milan non si giocano soltanto una semifinale di Champions League. L’importanza di questa sfida senza precedenti, probabilmente, la comprenderemo tra qualche anno. Ci è piombata addosso nel sorteggio più fortunato della storia del calcio italiano e nel giro di sei giorni si sta consumando per passare agli annali. È successo tutto troppo in fretta per riuscire a rendercene conto.
Perché è vero che il Milan ha sette Champions in bacheca, ma le sfide col Napoli negli anni ‘80 hanno fatto la storia di questo sport, e in Europa non s’erano mai viste. Un’eventuale semifinale, oltre a valere un altro derby indimentcabile, sarebbe la prima negli ultimi 16 anni.
Per il Napoli, c’è poco da dire: siamo al realismo magico. Gli azzurri stanno stravincendo il campionato dopo essersi, almeno sulla carta, indeboliti cedendo cinque titolarissimi nonché leggende del club, hanno raggiunto i quarti di Champions per la prima volta, possono giocarli alla pari, così come alla pari sarebbe un’eventuale semifinale. A questo quadro che, dipinto ad agosto, avrebbe portato il suo pittore dritto da “uno bravo”, va aggiunta la Pace di Corso Vittorio Emanuele, un evento senza precedenti nella storia del calcio a Napoli. Dopo quasi un ventennio di tensioni e incomprensioni, De Laurentiis e gli ultras si sono seduti intorno a un tavolo (due volte!) immortalando addirittura l’incontro con una foto ricordo. I summit aprono una nuova stagione del tifo a Napoli, che coincide con la loro migliore stagione. Perché vincere senza Maradona, sotto il Vesuvio, in 97 anni non era mai accaduto.
Il Milan incostante della Serie A, in Champions cambia faccia, diventa fortino inespugnabile (cinque gare consecutive senza prendere gol), e stasera potrà impostare la gara come meglio gli riesce, lasciando l’iniziativa all’avversario e colpendolo con transizioni letali. Brahim, sempre decisivo nelle notti che contano (e benedetto ieri da Pioli, che ne ha chiesto la conferma: a Madrid sembrano avere piani diversi), Theo, diventato il rivale più temuto, e Leao che, se in giornata, è incontenibile, sono le tre armi che Spalletti dovrà tentare di disinnescare senza i suoi principali artificieri, Kim e Anguissa
C’è, però, un’enorme differenza rispetto agli ultimi tre scontri diretti. Ha un nome e cognome: Victor Osimhen. I rossoneri hanno sempre messo in difficoltà i partenopei in questa stagione, ma non hanno mai giocato contro il nigeriano.
Le gare di un anno fa non fanno troppo testo: l’ex Lille è diventato il miglior centravanti al mondo dietro Haaland e gli bastano 20 minuti, come contro il Verona, per stravolgere una gara. Ci attende una notte indimenticabile, in una cornice stupenda, con i campioni d’Italia in carica, quelli in pectore, e il mondo a guardarci. Vada come vada, sarà Storia.
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