Lo slogan del ‘Modello Thatcher’ è un falso mito che ha portato solo danni al calcio inglese con una serie di disastri senza precedenti
Per capire quale sia la percezione all’esterno del modello ultras, basta guardare il film Ultras di Francesco Lettieri, famoso per la colonna sonora di uno splendido Liberato quanto per una falsa rappresentazione di una realtà creduta tale solo per chi non sa di cosa si stia parlando. Ogni volta che in Italia ci sono dei disordini nelle Curve, si invoca come se fosse uno slogan, il ‘Modello Thatcher’. La chiamavano Lady di Ferro e non sopportava il calcio, lo vedeva come una seccatura rispetto ai problemi che creavano i minatori in una Inghilterra che voleva tornare a essere una potenza regnante con un governo conservatore senza essere schiava della classe operaia. Ma è meglio tornare al calcio, e quindi all’accostamento della ‘Thatcher che ha risolto il problema Hooligans in Inghilterra’ che ha fatto solo danni nel pensiero collettivo italiano. In realtà, il Primo Ministro inglese più che risolvere il problema sicurezza degli stadi inglesi lo ha accentuato attraverso una serie di leggi repressive che hanno poi portato a una serie di disastri in cui persero la vita centinaia di persone.
Le leggi della Thatcher avevano portato all’eliminazione degli estintori negli stadi e a Bradford ci fu un rogo al Valley Parade in cui persero la vita 56 persone con 265 rimaste ferite durante la partita contro il Lincoln City, nemmeno tre settimane prima della Strage dell’Heysel. La paura del governo inglese era che venissero utilizzati come armi. Dopo la finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, che aveva sconvolto il mondo, la Thatcher attuò dei provvedimenti volti alla repressione totale degli hooligans. Un numero incredibile di agenti di polizia impiegati, che avevano il pieno potere di far male anche solo per prevenire eventuali disordini o il disturbo della quiete pubblica. Negli stadi inglesi ci fu l’installazione di gabbie e recinzioni con l’obiettivo di internare gli hooligans come bestie per renderli mansueti. Il ‘Modello Thatcher’ si basava sulla punizione assoluta, con lo ‘Sporting Events Act’, che impediva anche l’acquisto degli alcolici negli stadi, una sorta di proibizionismo sportivo moderno. La Strage di Hillsborough fu la ciliegina sulla torta di una politica che oggi in Italia viene elogiata, ma che è in realtà un falso mito: 96 morti, la più grande strage dello sport inglese.
Il governo affidò al giudice Peter Taylor le indagini sul disastro, che portarono alla conclusione di nuove legge di sicurezza negli stadi, delegittimando di fatto il lavoro della Thatcher svolto per anni. La Lady di Ferro si dimise dieci mesi dopo, poco prima dell’inizio della nuova stagione calcistica. Il giudice andò a individuare i problemi di un calcio che era diventato poco attraente per tutti, con pochissime presenze allo stadio di media a partita, stadi senza servizi igienici, club che se ne infischiavano, giocatori poco inclini al rispetto delle regole e dell’arbitro e il comportamento dei tifosi, non proprio degli angeli, reso ancor più esasperato dalle leggi della Thatcher. Oltre alla redazione di quelle che saranno le basi per la nascita della Premier League, il giudice Peter Taylor riuscì anche a individuare le grosse responsabilità delle forze dell’ordine nella Strage di Hillsborough. Polizia che aveva ricevuto da Margaret Thatcher una vera e propria licenza di violenza. Lo storico John Foot su ‘Il Manifesto’ affermò: “La Thatcher odiava il calcio e ne capiva poco. Lei era parte del problema, non la soluzione”.
Spiegare e trovare la soluzione dei problemi che nascono nelle Curve italiane -a prescindere dalla categoria-, nel ‘Facciamo come la Thatcher’ è riduttivo e si finisce nell’eccedere in un populismo di una classe più elitaria che non ha mai visto una partita in Curva e non sa di cosa parla. A meno che non si vogliano le gabbie e le recinzioni in quel che sono dei settori popolari, motore di ogni stadio che impedisce al calcio di essere uguale al tennis o ad altri sport dove si ricevono rimproveri se si alza la voce. La straordinarietà dei tifosi è proprio questa, sostenere per oltre 90’ senza sosta, con fumogeni, striscioni, tamburi e megafoni. E l’esultanza a fine a partita dei giocatori è rivolta alla propria Curva. Pirlo diceva che i tifosi non fanno gol, è vero, ma il tifo aiuta la squadra ad affrontare le partite nel migliore dei modi. E’ uno degli effetti del fattore campo quando si gioca in casa. L’argomento della Thatcher è tornato in voga dopo i disordini in Curva B allo stadio Maradona durante il match tra Napoli e Milan.
De Laurentiis ha di nuovo fatto riferimento alle leggi della Thatcher per eliminare definitivamente gli ultras dallo stadio Maradona e, più in generale, da ogni stadio d’Italia. La realtà è diversa, perché la Thatcher non solo non eliminò quello che in realtà non è un problema, ma una conseguenza di comportamenti: un muro contro muro con le curve da una parte e società, questore e prefetto dall’altra. La Thatcher andrebbe ringraziata perché ha provato al mondo che repressione e violenza portano soltanto ad altra violenza e i disordini in Curva B potrebbero non essere il fondo del barile. L’esempio del Napoli è quello più calzante, perché dimostra quanto non influiscano i risultati sportivi del campo, con la squadra di Spalletti che vive un sogno, rispetto a delle decisioni -da entrambe le parti- che generano un conflitto da cui nessuno esce pulito. Le critiche agli ultras vengono soprattutto da una parte del Paese che non si preoccupa dei settori popolari, della gente che lo frequenta e non capisce che anche lì ci sono delle persone che vogliono tifare, ma in modo diverso. Questo non vuol dire essere violenti -e chi sbaglia va punito individualmente-, significa andare a cercare quelle coreografie più significative, con fumogeni e striscioni che poi restano negli annali e che gli stessi tifosi degli altri settori fotografano e postano sui social. Il silenzio prima, gli applausi poi da una parte e dall’altra, la condivisione del coro ‘Libertà per gli ultras’ tra i tifosi di Napoli e Milan deve far riflettere.
Il costo dei biglietti è la naturale conseguenza di una trasformazione di uno sport nato per strada che sta raggiungendo i salotti degli uomini più ricchi del mondo. L’incasso record del Milan contro il Tottenham di quasi 10 milioni di euro, probabilmente superato ai quarti col Napoli, è un esempio fortissimo e deve portare i tifosi di ogni settore e di ogni squadra a una riflessione forte. Il prezzo non è solo un problema di chi frequenta la curva, ma di chi frequenta uno stadio in ogni altro settore e vuole assistere a una partita di calcio. Ed è un po’ più marginale rispetto a ciò che si è nominato prima, ma fa parte di una catena di montaggio che non si risolverà se non attraverso dei punti di incontro. Dei punti che a Napoli difficilmente si troveranno, perché il muro contro muro tra le parti sta diventando inevitabile, cosa succederà lo può dire solo il tempo, l’importante è che non si concretizzino anche in Italia i disastri della Thatcher.
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