Il Napoli è crollato al Maradona sotto i colpi di un Milan che ha rifilato una batosta pesante agli azzurri. I motivi dietro la sconfitta…
Una sconfitta che fa ovviamente male, ma che tiene il Napoli in testa alla classica con un margine di vantaggio rispetto alla seconda che resta invidiabile quando siamo appena all’inizio del mese di Aprile. Perdere in casa con un sonoro 4-0 non fa mai piacere, e quando a rifilare una batosta di questo tipo è la squadra Campione d’Italia in carica, contro la quale bisognerà giocare una doppia sfida in Champions League, resta una macchia sulla quale serve fare delle riflessioni.
Oggi la piazza partenopea si interroga anche sui motivi che hanno portato alla debacle di ieri sera allo Stadio Diego Armando Maradona, dove gli azzurri sembra non siano mai scesi in campo con il giusto piglio. Non è mancata la voglia, lo ha fatto presente anche Spalletti, ma qualcosa non ha funzionato ed è su questo che dovranno poggiare le analisi interne in vista del match contro il Lecce ma soprattutto del doppio impegno in Coppa dei Campioni proprio contro i rossoneri.
Cosa si nasconde dietro la sconfitta degli azzurri? L’assenza di Victor Osimhen, inutile dirlo, pesa sulla dinamiche di gioco. La profondità che il nigeriano è in grado di costruire per la squadra è un elemento importante, anche se ieri sono anche sulla distanze e la qualità di palleggio il Napoli ha fatto fatica a lavorare. Spalletti lo sa, lo ha fatto presente nel post partita sarà su questo che evidentemente proverà a lavorare in vista dei prossimi match.
Poi ci sono gli avversari, questo non va mai dimenticato. Il Milan si è presentato al Maradona ferito, con sulle spalle il peso delle critiche per una stagione che che vede i rossoneri vittime di una mancanza di continuità pesante. Andare a Fuorigrotta e strappare tre punti alla strapotenza azzurra era un obiettivo da perseguire. Centrato, in pieno: un’iniezione di fiducia importante per la squadra rossonera, con lo sguardo rivolto anche futuro.
Poi la questione tifosi. Si, perchè quello che accade all’esterno del rettangolo di gioco influisce, soprattutto sotto il punto di vista psicologico. Le polemiche dei giorni scorsi, ma anche l’atteggiamento silente delle curve del Maradona non può essere ignorato: il Maradona non è stato quel dodicesimo uomo in campo che gli è valso gloria e rispetto da parte di tutta Europa. Un trittico di motivazioni, di schiaffi, che hanno portato gli azzurri ad un tracollo importante e da un lato anche imprevisto.
Perdere contro il Milan campione in carica è plausibile, farlo con quattro gol al passivo non può lasciare indifferenti. Ecco perché tutte le parti in causa, dai giocatori al tecnico passando per dirigenza e tifosi, dovranno rimettere i piedi per terra. All’ombra del Vesuvio c’è un popolo che vuole festeggiare, ma serve guardare tutti nella stessa direzione per non perdere di vista l’obiettivo.
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