L’ex presidente del Milan Berlusconi, ora proprietario del Monza, ha parlato approfonditamente dei rossoneri in un’intervista alla ‘Gazzetta’
In coincidenza con i trentacinque anni della gara tra Napoli e Milan, partita simbolo del primo scudetto dell’era berlusconiana alla guida dei rossoneri, ‘La Gazzetta dello Sport’ ha realizzato una lunga intervista a Silvio Berlusconi.
L’attuale presidente del Monza ha parlato tanto e approfonditamente di quel suo Milan e si è soffermato anche sulla sua ultima creatura. Diversi gli argomenti toccati dal Cavaliere, che ha voluto chiedere l’intervista con un “forza Milan” perché gli “viene dal cuore”, ha detto.
Silvio Berlusconi ha ripercorso quella giornata di 35 anni fa nel corso dell’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport: “Mi commuovo ancora ripensando all’applauso che il pubblico di Napoli ci tributò alla fine di quella partita. Una prova di stile e sportività straordinaria, uno di quei motivi per cui il Napoli è e sarà sempre nel mio cuore”, ha rivelato Silvio Berlusconi facendo riferimento a quella partita di 35 anni fa che lui seguì dalla Svizzera.
E poi continua: “Di quella partita non posso dimenticare uno strepitoso e inarrivabile Gullit e due realizzatori straordinari come Virdis e Van Basten ma anche un meraviglioso gol di Maradona su punizione. Uno di quei miracoli calcistici che soltanto lui sapeva fare”.
Non dà però consigli sulle prossime mosse della società rossonera: “Sono sempre un tifoso del Milan e ovviamente seguo le vicende dei rossoneri con grande partecipazione. Ho molta stima di Pioli, quella dei rossoneri è davvero una stagione strana, a fasi alterne. Hanno giocato partite bellissime e avuto cedimenti inspiegabili. Per rispetto dell’attuale proprietà e poiché sono il presidente di un’altra squadra non sono in condizione di dare consigli”.
Poi su Ibra e Maldini: “Ibrahimovic ha ancora voglia di giocare. Solo lui può decidere fino a quando. La sua personalità è importantissima sia in campo sia nello spogliatoio. Continuerà a ricoprire comunque ruoli importanti nel mondo del calcio. Il suo know-how sarà prezioso come allenatore o come dirigente. Paolo era una guida in campo del Milan e lo è oggi dalla sua scrivania. Ha lo stesso carisma, stile e pure la stessa lucidità e competenza di allora”.
E, infine, “quale calciatore porterebbe in un mondo ideale al Milan?”. La risposta di Berlusconi rievoca i fasti del passato: “Haaland o Mbappé perché sono il presente e il futuro del calcio”.
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