Sul caso Juventus interviene anche l’esperto di diritto sportivo Edoardi Chiacchio: ecco le sue opinioni su Chiné e sul ruolo della FIGC.
Il caso plusvalenze tiene ancora banco nel dibattito italiano. La Juventus sconta ancora i 15 punti di penalità inflitti il 20 gennaio, ma è convinta di riuscire a ottenerne la revoca. La prossima udienza del processo sportivo si terrà infatti davanti al Collegio di Garanzia del CONI il prossimo 19 aprile. E ovviamente questo giudizio avrà importanti ripercussioni sulla stagione.
La questione classifica è la più evidente. Senza penalizzazione, la Juventus sarebbe seconda a -15 dal Napoli: troppo per sperare di riaprire lo scudetto, ma qualificata in Champions League. Cosa che al momento sembra invece alquanto improbabile, dato che i bianconeri si trovano in settima posizione, e anzi rischiano proprio di mancare le coppe europee.
Il processo sportivo sta comprensibilmente facendo discutere, e ha già sollevato molto polemiche. In particolare verso il procuratore Chiné, che sostiene l’accusa contro la Juventus, da molti tifosi accusato di non aver riservato la stessa severità ad altre squadre. In sua difesa è intervenuto l’avvocato Edoardo Chiacchio, esperto di diritto sportivo.
Chiacchio sul caso Juventus: “Chiné un bravissimo magistrato”
“Pur avendolo avuto come controparte in centinaia di processi, non ho potuto far altro che stimarlo e ammirarlo”. Così ha detto l’avvocato Chiacchio, parlando del procuratore Chiné al programma ‘Un Calcio alla Radio’, su Radio Napoli Centrale. Un tentativo per mettere a tacere le polemiche che da tempo si rincorrono attorno al processo sportivo sulla Juventus.
Chiacchio, invece, ha messo in evidenza un altro aspetto secondo lui strano in questo caso. “Avendo fatto centinaia di ricorsi al Collegio di Garanzia del CONI non ho mai partecipato a processi in cui la FIGC non si è costituita”. L’avvocato è comunque sicuro che i giudici faranno il loro dovere in maniera seria e legittima, anche se “A chiunque fa comodo che la controparte non si presenti in giudizio”.