Luciano Spalletti, nel corso della consegna del premio ‘Enzo Bearzot’, ha rilasciato alcune dichiarazioni sul momento del suo Napoli.
Dopo aver battuto l’Eintracht di Francoforte di Oliver Glasner nel match di ritorno degli ottavi di finale di Champions League, il Napoli ha chiuso prima della sosta per le nazionali con la vittoria in campionato di domenica a Torino contro la squadra guidata da Ivan Juric.
Il Napoli, al netto di 15 minuti nel corso della prima frazione di gara, ha dominato letteralmente la partita, considerando anche il risultato finale di 0-4. Con questa affermazione in trasferta, visto anche il ko dell’Inter di Simone Inzaghi contro la Juventus di Massimiliano Allegri, i partenopei hanno aumentato a 19 punti il proprio vantaggio sul secondo posto, ora occupato dalla Lazio di Maurizio Sarri.
Una volta terminata la sosta, il Napoli è atteso da una serie di partite che potrebbero cambiare la sua intera storia. Gli azzurri, infatti, avranno prima il compito di chiudere definitivamente il discorso Scudetto e poi sfideranno il Milan di Stefano Pioli nelle due partite dei quarti di finale di Champions League. Tuttavia, in attesa di queste sfide, Luciano Spalletti ha confessato di avere un ‘accordo’ con la squadra.
Il tecnico toscano ha infatti ricevuto questa Mattina al Maschio Angioino di Napoli il premio ‘Enzo Bearzot’. E proprio nel corso della cerimonia di questo riconoscimento promosso dall’’Unione Sportiva ACLI’ in collaborazione con la FIGC, Luciano Spalletti ha rilasciato queste dichiarazioni: “Difficoltà? Ci sono state, ma abbiamo deciso di affrontarle più come squadra che come singoli, Koulibaly, Insigne, Ghoulam…Ricordo l’indifferenza che c’era quando sono arrivato qua, venivamo da dei risultati che non erano stati accettati dalla città e c’era il bisogno di ricompattarsi. Avete visto quanto è bella questa città? Ho scelto di vivere a Castel Volturno perché è bella, non si può guardare. A Napoli hanno tutti gli occhi azzurri…”
Luciano Spalletti ha poi continuato il suo intervento: “I giocatori devono stare attenti. Rischiano, con l’euforia e coi risultati fatti, di sentirsi già appagati. Devo dire, però, ogni volta che provo a fare questi discorsi, loro a fine partita mi guardano e mi dicono ‘hai visto che non è così?’. Sono fatti di una pasta diversa. Qui tutti vivono di calcio, ma ho un patto con la squadra di continuare a lavorare. Poi vedremo se si festeggerà”.
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