Ten Hag, tecnico del Manchester United, interviene a parlare della nuova proposta sulla Superlega, che torna a far discutere nel calcio.
Ritorna la Superlega? Fa discutere il nuovo programma per il torneo internazionale che di fatto si sostituirebbe alla Champions League e alle altre competizioni UEFA. Ieri, la società A22 ha presentato un elenco di 10 punti programmatici attorno a cui organizzare la nuova Superlega, superando gli ostacoli che portarono al flop dell’aprile 2021. Un documentato che ha subito sollevato molte reazioni critiche, ma anche d’approvazione.
Ovviamente, la prime voci ostili sono state quelle dell’ECA, l’Associazione dei Club Europei, e di Javier Tebas, presidente della Liga spagnola. Anche dalle tifoserie si sono levate critiche contro la rinascita del progetto, che per ora è però solamente una bozza. A22 sostiene di averlo elaborato confrontandosi con circa 50 club europei, ma non vuole rivelarne i nomi, e finora nessuno ha rivendicato la sua partecipazione al progetto.
L’idea, comunque, non ha creato solo malumore, ma anche qualche considerazione positiva. Intervistato durante la conferenza stampa prima della sfida di domani contro il Leeds, Erik ten Hag ha reagito in maniera tutt’altro che negativa alla nuova Superlega. L’allenatore del Manchester United, oggi terzo in Premier League, non ha infatti escluso a priori la bontà del progetto.
Ten Hag non boccia la Superlega: “Si cerca sempre il meglio”
Un discorso cauto, ma condivisibile, quello del tecnico olandese. “Non conosco ogni dettaglio della nuova proposta. – ha premesso Ten Hag – Penso che la struttura attuale sia buona, ma ci saranno sempre iniziative per rendere il calcio migliore. Ciò che è a favore del calcio è sempre una cosa buona”. Una dichiarazione che quindi non chiude a priori a un rinnovo delle competizioni e, soprattutto, degli equilibri di potere del calcio europeo.
Le parole dell’allenatore del Manchester United sono anche dettate dal fatto che il piano presentato da A22 è molto diverso da quello dell’aprile 2021. Non prevede infatti nessun club col posto fisso nel torneo, e non soppianterà i campionati nazionali. Il focus, infatti, sarà solo concentrare la gestione economica nelle mani dei club, invece che in quelle di un ente esterno, com’è oggi la UEFA.