Il Napoli si tiene stretto in primo posto in classifica dopo la vittoria contro la Juve. C’è un episodio, passato sotto traccia, che è stato decisivo.
Festa grande, eppure non si è vinto niente. Ma si sa, Napoli-Juventus è una partita che fa storia a sé, un derby non dichiarato tra due squadre che rappresentano due mondi: il Nord ed il Sud, azzurro e bianconero, il ricordo di Maradona e quello di Cristiano Ronaldo. Non è una partita normale, non lo è mai stato. Ma quando di mezzo ci sono punti che possono valere addirittura lo Scudetto, il tutto assume una potenza ancora più incisiva. Manca tutto il girone di ritorno, il Napoli non ha vinto nulla.
Ma i tifosi godono, perché vincere 5-1 contro la Vecchia Signora non è impresa consueta. Anzi, 5 gol la Juventus non li prendeva dal 1993, contro il Pescara: il primo di quella manita lo firmò, ironia della sorte, proprio Massimiliano Allegri. Sono passati 30 anni, ma il Napoli ha saputo dare una prova di forza incredibile, non soltanto sotto il punto di vista del risultato.
Gli azzurri giocano bene, la macchina costruita da Spalletti dà la sensazione di essere non soltanto ai limiti della perfezione ma anche in possesso di tutte quelle sfaccettature tali da spingere i proprio giocatori oltre i limiti, oltre le difficoltà. Nemmeno il gol del 2-1 firmato da Angel Di Maria è riuscito a ridimensionare un Napoli che nel secondo tempo è stato straripante, in lungo ed in largo.
Victor Osimhen e Kvicha Kvaratskhelia, protagonisti indiscussi di una vittoria che entra di diritto nella storia del Napoli, ma anche dell’intero calcio italiano. La Juve annichilita sotto i colpi di una corazzata tinta d’azzurro, all’interno di un’arena che dagli spalti ha visto grondare grida di gioia, entusiasmo puro e consapevolezza che quest’anno il colpo grosso è possibile.
C’è, però, un episodio che forse è passato sotto traccia, ma che probabilmente è stato decisivo, al pari delle giocate del talento georgiano o del bomber col numero 9 sulle spalle. Un gesto tecnico assoluto, che cela alle sue spalle una storia straordinaria, di un giocatore che sembrava dover fare le valige appena qualche mese fa.
La parata di Alex Meret sul ‘tentativo’ di autogol di Amir Rrahmani, è una perla incastonata in questo tripudio di bellezza che è stata la vittoria del Napoli di ieri sera al Maradona. Una gesto di pura reattività, quasi impossibile da immaginare. Il tocco del difensore kosovaro sotto porta, la risposta dell’ex estremo difensore della Spal che sventa la minaccia e tiene il risultato sul 2-1.
Cosa sarebbe successo se quel pallone fosse entrato in porta? Col senno di poi, nessuno può dirlo. Ma è innegabile che riaprire la partita in quel determinato momento, avrebbe rappresentato un problema serio per il Napoli. L’avrebbe vinta lo stesso? Possibile, nessuno può dirlo. Ma il gesto tecnico di Meret è di valore assoluto, importante come un gol firmato nella porta avversaria. Ad Alex quel che è di Alex, dopo tante critiche è davvero il minimo.
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