Manuel Garcia Quilón, ai microfoni di SerieANews.com, ha fatto il punto sui suoi assistiti, tra cui Theo e Lucas Hernandez
Manuel Garcia Quilón ha sempre le idee chiare e segue un concetto semplice, ma efficace: “È impossibile non sbagliarsi, l’importante è farlo il meno possibile”. Lo spagnolo è stato uno degli agenti più attivi negli ultimi 30 anni del mercato internazionale e continua ad essere un instancabile talent scout. E spesso, come ha candidamente ammesso, riesce ad avere ragione. Come quando, quattro anni fa, propose Theo Hernandez a diversi club italiani, assicurando che con un po’ di continuità sarebbe diventato il miglior terzino sinistro del mondo. Ora lo sanno tutti.
Ai microfoni di SerieANews.com, Quilón ha parlato del Mondiale appena vissuto, di alcuni suoi assistiti e anche di futuro: “In Qatar abbiamo assistito a un ottimo torneo grazie alla sua collocazione temporale. I calciatori arrivano esausti a fine stagione, ora abbiamo visto condizioni fisiche ottime e questo ha aiutato lo spettacolo senza alcun dubbio”.
L’Argentina ha meritato di alzare la Coppa?
“Il campione merita sempre. Se una squadra vince un torneo, nessuno le ha regalato niente, al di là della fortuna nei sorteggi o di ciò che sia accaduto nelle gare. In questo tipo di competizioni possono esserci sorprese nella fase a gironi, ma da quella a eliminazione diretta i più forti arrivano sempre lontano. Va ammesso, in ogni caso, che il livello si sta alzando in generale, ci sono partite sempre più equilibrate, le distanze tra le squadre si sono ridotte e bisogna utilizzare molto di più i calci di rigore, nei quali c’è una parte di fortuna, e una di bravura”.
Il suo Lucas, purtroppo, si è dovuto fermare subito.
“Gli è toccata questa fatalità, la disgrazia di un grave infortunio nella prima partita. È la cosa peggiore che possa accaderti in un Mondiale, al quale lui giungeva con grandissimo entusiasmo. Nei primi giorni ha fatto un po’ di fatica ad accettare l’accaduto, ma è fortissimo dal punto di vista mentale e ha iniziato subito a lavorare con lo staff medico del Bayern. Sarà un percorso lungo e importante e bisognerà rispettare i suoi tempi”.
Il discorso sul rinnovo col Bayern, bene avviato, resta in piedi?
“Lucas, nell’ultimo anno e mezzo, ha giocato a un livello altissimo nel Bayern, degno di uno dei migliori calciatori al mondo nella sua posizione. È costante, serio tatticamente, dà sicurezza al reparto… Salihamidzic ci ha sempre trasmesso enorme fiducia e la volontà di puntare ancora su di lui. L’idea assoluta è restare tanto tempo insieme e Lucas è molto grato per il trattamento che sta ricevendo. Ora dobbiamo restare tranquilli e pensare al suo recupero, che è la cosa più importante. I tasselli si incastreranno con buon senso, tempo e logica”.
Theo, invece, ha vissuto un Mondiale straordinario.
“Il rendimento di Theo si commenta da solo. Non stiamo scoprendo nessuno, gioca da quattro anni a un livello clamoroso. Ha segnato più di 20 gol, firmato più di 25 assist, partecipa al 50% delle giocate offensive della sua squadra e, a tutto questo, va aggiunta la potenza fisica che utilizza difensivamente. È diventato uno dei migliori terzini sinistri al mondo. Forse il migliore”.
Quilón su Theo Hernandez: “E’ felicissimo della città e del club”
Il francese ha rinnovato recentemente: i tifosi del Milan possono stare tranquilli?
“Ogni giocatore ha una squadra nella quale trova il proprio habitat, la propria identità. Theo, da quando è arrivato al Milan, si è sentito identificato e voluto bene sia da Maldini e Massara che da tutto l’ambiente, tutti i tifosi. È stata una combinazione perfetta per lo sviluppo della grande carriera che sta facendo. Non possiamo dimenticare che è stato un elemento fondamentale del Milan tornato ad essere campione d’Italia dopo un decennio, successo ottenuto con tanti giovani. Da Theo a Tonali, Tomori, Bennacer, Leao… Tutti hanno talento e gioventù, una situazione perfetta per migliorarsi. È cresciuto tanto a San Siro, è felicissimo della città e del club: se la squadra continua a crescere come sta facendo lui, non escludo che voglia restarci sempre. Nel calcio non si sa mai cosa possa accadere, ma Theo non potrebbe essere più contento e grato”.
Uno dei suoi storici assistiti, Pepe Reina, sta vivendo una nuova gioventù al Villlarreal.
“Pepe ha vissuto una carriera lunga e ricca di successi sportivi ed umani. Per lui è stato un premio poter tornare al Villarreal, club nel quale giocò una volta lasciato il Barcellona e dove riuscì a guadagnarsi l’attenzione delle migliori squadre d’Europa. Dopo tanti anni, avere la fortuna di tornare in un posto con il quale hai un legame così grande può solo farti felice e, inoltre, Pepe sta benissimo fisicamente, giocando molto bene. Vederlo lì è una gioia”.
Una situazione simile a quella che sta vivendo José María Callejón.
“José ha vissuto un ciclo spettacolare a Napoli, con numeri indiscutibili dal punto di vista dei gol, degli assist e delle presenze, e una media di 50 partite a stagione. Nella Fiorentina non ha avuto continuità in campo e aveva voglia di riscattarsi di nuovo. Ha accettato la sfida del Granada con entusiasmo nonostante la retrocessione: è la sua terra. Sta giocando con la solita intelligenza tattica, aiutando la squadra e recuperando ritmo fisico. Chiunque veda una sua partita lo può confermare”.
Negli ultimi decenni ha scovato tantissimi talenti, ce n’è qualcuno che consiglia di seguire agli appassionati italiani?
“Anche io ho sbagliato tanto, in realtà. Non si può indovinare sempre, ma l’idea che ho è cercare di sbagliare il meno possibile. Quale squadra vince ai rigori? Quella che sbaglia meno, il successo è tutto lì… Detto questo, la Spagna è sempre piena di talenti, e tanti profili giovani sono già in vetrina. Per il futuro, nomino un ragazzo di 13 anni che ha caratteristiche magnifiche, Bryan Bugarín del Real Madrid. Sono certo, però, che tanti altri presto raggiungeranno un grandissimo livello”.