Lionel Messi ha vinto il Mondiale da protagonista assoluto, ma non è lui il giocatore più forte del mondo: c’è una nuova star
Il mondo ha vissuto quindici anni di dualismo fantastico. Messi e Cristiano Ronaldo, o sei fan dell’uno o dell’altro. Non ci sono mezze misure. Questi due hanno rivoluzionato il modo di intendere il calcio, aiutati da un cultura sportiva sempre più simile a quella nordamericana. Nel senso che nei giovani e giovanissimi, non c’erano fans di Barcellona o Real Madrid, ma di Messi e CR7. Come per i Bulls, con Michael Jordan. Pur essendo uno sport di squadra, il calcio inteso dai giovanissimi sta viaggiando sempre di più verso l’individualismo. Conta la stella, i followers, i video su Tik Tok con le migliori giocate con una canzone d’effetto in sottofondo. E’ triste, vero, ma è la contemporaneità.
Da anni Messi e Ronaldo sono in netto calo rispetto a dieci anni fa. E’ normale, è la vita. Tutto passa. Il Mondiale di Qatar 2022 ha dimostrato che l’argentino voleva diventare campione del mondo, il portoghese voleva segnare il gol decisivo in finale al 90′ per dire che era ancora lì per un nuovo ‘siuuuu’ con accento mediorientale. Non si è messo al servizio della sua Nazionale, non ha mai avuto l’intenzione di farlo. Non ha capito di essere invecchiato o comunque non vuole accettarlo. Ciò che ha detto il campo è che Messi il Mondiale l’ha vinto, Ronaldo no. Nonostante il Portogallo avesse tutte le qualità, tecniche e morali, per arrivare in finale. E che il tabellone era creato ad hoc per vedere la sfida con l’Argentina in finale.
Per fortuna a comandare è il campo. Doppietta in finale e vittoria ai rigori, grazie anche a Emiliano Martinez, e tutti felici e contenti, anche Al-Thani. Quella partita con la Francia è probabilmente la migliore del secolo, anche più di Italia-Germania del ’70. Era la finale e in campo si è visto un giocatore che ha stradominato sotto tutti i punti di vista. E non era Lionel Messi, ma Kylian Mbappé. E’ chiaro, tra i due passano undici anni di differenza. Ma quella vista al Lusail è la miglior prestazione individuale vista su un campo da calcio in una finale Mondiale.
Argentina-Francia non ha reso noto che il futuro è di Kylian Mbappé. Il futuro di Mbappé è adesso, è oggi. Il presente dice che è il giocatore più forte del mondo. Ha superato Messi, che ha avuto un surplus a livello morale con anni di ritardo. Un peccato, perché sarebbe stato bellissimo vedere questo ragazzino di trentacinque anni, con queste qualità, comandare la sua squadra anche sul piano morale. Ma non si può avere tutto dalla vita. Bisogna solo dire grazie per quello che ha fatto in quindici anni, inchinarsi pure se si sente la necessità, e pensare che una cosa del genere non la vedremo per un po’.
Ma il mondo va avanti. Il futuro è adesso, Mbappé ha segnato quattro gol in finale, è vicino a battere il record di Klose. Può vincere un altro Mondiale, non ha ancora raggiunto la maturità calcistica e già adesso è il migliore di tutti. Non ha paura della pressione, non teme niente. Ha gli occhi della tigre, vuole comandare il calcio ed ergersi a nuova superstar. Lo è già, sicuramente, lo sarà ancor di più quando sul trono non ci sarà più spazio per le leggende che prima o poi si ritireranno, Messi e Ronaldo. Sarà un nuovo culto del campione alimentato dai giovanissimi.
Perché il francese rappresenta quella fetta di ragazzi nati alla fine degli anni ’90 e abbondantemente dopo gli anni 2000, che Messi lo hanno visto, certo. Ma erano piccoli per ricordare il gol di testa al Manchester United a Roma, o i momenti di Sudafrica 2010 con Maradona allenatore che gli diede la fascia di capitano. In una squadra che aveva Veron, Heinze, Tevez. Gente con qualche attributo, insomma. Mbappé è ciò che i ragazzini -che non giocano più per strada, ma alla playstation- desiderano essere. Il migliore di tutti.