Come ha fatto il Marocco ad arrivare in semifinale ai Mondiali in Qatar? I successi non sono casuali: ecco i segreti della Nazionale.
Il Mondiale in Qatar ha messo in mostre le qualità di ben trentadue Nazionali. A qualcuna è andata meglio del previsto, ma per altre è arrivata l’ennesima batosta. Inghilterra, Brasile e Germania hanno deluso le aspettative e sono già state eliminate dalla competizione. Addirittura i teutonici non sono riusciti a superare la fase a gironi, scatenando l’ira dei propri supporters.
Per una Nazionale delusa, però, ce n’è un’altra che sorride. In quest’ottica è necessario citare la Croazia, capace di eliminare la super favorita Brasile, ed ovviamente il Marocco. Se i croati hanno messo il cuore nel match contro i verdeoro, la Nazionale marocchina si è spinta, probabilmente, addirittura oltre. Finito in un girone di ferro con Belgio, Croazia e Canada, il Marocco ha stupito tutti: primo posto nel gruppo F e solamente un gol subito nella fase a gironi.
Se il cammino della Nazionale del commissario tecnico Walid Regragui è apparsa a molti come affare casuale, la fase ad eliminazione diretta ha sciolto ogni dubbio. Approdato agli ottavi di finale, l’undici è stato capace di tener testa alla Spagna e di eliminarla ai calci di rigore. Poi la super impresa di ieri contro il Portogallo: sbattuta fuori l’ennesima squadra favorita grazie ad un gol. Il match, finito 1-0, ha permesso al Marocco di approdare in semifinale, risultato mai raggiunto prima. Adesso, all’orizzonte c’è la gara contro la Francia. Una sfida piuttosto particolare e sentita visto l’intreccio culturale tra i due paesi.
Ma come ha fatto il Marocco ad arrivare in semifinale? Per molti si tratta di una favola, di un miracolo. Ma la realtà dice ben altro. Il cammino del Marocco, infatti, è frutto di dedizione, di lavoro e di tanto studio. Il percorso della Nazionale, sulla carta, è sempre stato difficile nel Mondiale, ma quanto accaduto negli ultimi anni è risultato decisivo. In Marocco è stata aperta una grande academy calcistica a Salé, vicino Rabat, intitolata ed inaugurata dal Re Mohammed VI. Un investimento importante, da circa 13 milioni, ha permesso alla Federazione marocchina di coltivare e di riunire i migliori talenti del paese. Proprio all’Accademia del Re, infatti, sono cresciuti talenti come Aguerd ed En-Nesyri, ieri decisivo. Il lavoro messo in atto dall’accademia è risultato fondamentale nell’evitare la dispersione del talento dei giocatori.
Inoltre, una fitta rete di scouting a livello di club, ha permesso al Marocco di mettere le mani su calciatori di origine marocchina in altri paese, con doppio passaporto. Un lavoro mirato volto alla crescita dei calciatori ed all’intesa con le stesse famiglie dei talenti. Ciò, ad esempio, ha permesso di arrivare prima della Spagna su Hakimi. Per questo motivo, il Marocco non è un miracolo. E’ frutto di lavoro e dedizione.
Simone Inzaghi e l'Inter sembrano essere in procinto di terminare la loro storia. Per sostituirlo…
Jonathan David è in scadenza ed è cercato da mezzo mondo ma ora ha svelato…
L'Atalanta è pronta a salutare un big: Gian Piero Gasperini è una furia, tifosi senza…
Il futuro di Joshua Zirkzee potrebbe essere davvero alla Juventus: c'è un episodio che ha…
Federico Chiesa ha preso una decisione clamorosa: i tifosi sono sorpresi, l'esterno del Liverpool è…
Pogba e il Napoli: una suggestione che fa sognare i tifosi. Ma davvero il "Polpo"…