L’Argentina ha modificato il proprio inno nazionale. La scelta ha una motivazione precisa e non è sorta in occasione dei Mondiali di Qatar 2022.
Sono 90 secondi eppure dentro c’è davvero tutto il senso di ciò che è difendere la maglia della propria terra. È l’inno nazionale di ogni squadra, che risuona in Qatar così come da sempre in ogni competizione tra paesi. Eppure, col tempo è soggetto a cambiamenti e variazioni, che alcune volte passano in sordina mentre in altre occasioni sono modifiche stilistiche dettate da un intento preciso.
È proprio questo ciò che è accaduto all’Argentina, da un po’ di tempo a questa parte, ma soltanto nell’edizione corrente dei Mondiali è stato facile rendersene conto. Rispetto all’inno scritto da Blas Parera in qualità di compositore e Vicente Lopez di paroliere c’è stata una variazione.
Chi non ricorda la lunga melodia d’introduzione che accompagnava il testo, soltanto accennato nel finale? Un’immagine chiara è quella di Argentina-Germania, la finale di Italia ’90, con Diego Armando Maradona che risponde ai fischi del pubblico apostrofandolo, mentre non c’è altro che musica nell’inno nazionale.
Ebbene dall’arrivo di Lionel Scaloni sulla panchina dell’Argentina è cominciata la rivoluzione ed ha coinvolto ogni gesto e azione che possa in qualche modo motivare la squadra e far recuperare/rafforzare l’identità. Al soffermarsi sul labiale di Leo Messi, ad esempio, è facile notare che gran parte dell’inno è stata modificato. Via la lunga parte melodica e le prime strofe. Si va direttamente al cuore del testo, la parte più intensa e riassuntiva della “missione” di chi difende la bandiera Albiceleste: “Coronati di gloria viviamo, o giuriamo con gloria morir!”. Vada come vada, per la maglia tutto. In sintesi.
Ma da dove nasce questo cambiamento? È stata una scelta dell’attuale commissario tecnico insieme al suo staff, come appreso da serieanews.com. Una modifica cominciata già nel 2018, quando Scaloni portò l’Under-20 della Nazionale argentina, che allora dirigeva, a trionfare nel Torneo de l’Alcudia, una manifestazione giovanile internazionale che si tiene a Valencia. Insieme al suo stretto collaboratore e leggenda del calcio albiceleste, Pablo Aimar, chiesero di accedere alla parte finale dell’inno, rendendolo quello ufficiale per i tornei. Una scelta ragionata per far cantare i giocatori e rendere più vivi ed empatici i 90” che la FIFA mette a disposizione di ciascuna Nazionale. La massima organizzazione calcistica mondiale diede il suo ok allora e l’ha ribadito anche quando Scaloni è passato a dirigere la Nazionale maggiore. Ad oggi, la scelta del Ct sembra aver funzionato: è arrivata la Copa America 2021 e chissà cos’altro ancora potrà accadere.
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