Ecco un’analisi sulla lenta agonia che ha portato l’Uruguay di Cavani e Suarez a deludere così tanto al Mondiale.
Quest’oggi comincia la fase ad eliminazione diretta dei Mondiali. A dare il via agli ottavi di finale ci penseranno l’Olanda e l’Argentina che sfideranno, rispettivamente, gli Stati Uniti e l’Australia. Sia che gli olandesi che gli argentini sono sicuramente favoriti, ma dovranno fare molta attenzione. Questa Coppa del Mondo, infatti, ha più volte regalato risultati a sorpresa.
Tra le vittime eccellenti di tali risultati a sorpresa bisogna inserire sicuramente l’Uruguay. La ‘Celeste’, infatti, non è riuscita a passare il turno, visto che nel proprio girone si sono qualificate il Portogallo e la Corea del Sud. Proprio la squadra coreana è stata quella che ha tolto agli uomini di Diego Alonso il posto negli ottavi di finale.
L’Uruguay, infatti, è riuscita a battere il Ghana, ma, vista la stessa differenza reti della Corea del Sud, è uscita per colpa dei numeri dei gol totali segnati nelle tre gare del girone. A termine della gara contro gli africani è successo davvero di tutto: dalle lacrime di Luis Suarez, passando per la quasi aggressione all’arbitro Siebert, al pugno di Cavani al monitor del VAR. Tuttavia questo capitombolo della ‘Celeste’ è figlio di radici ben più profonde.
C’è da dire subito che la nazionale dell’Uruguay ha un possibile bacino da cui attingere nuovi calciatori incredibilmente inferiore rispetto a Brasile ed Argentina, considerando che la sua popolazione non va oltre i 4 milioni. La ‘Celeste’ dei vari Cavani, Suarez e Godin, di fatto, è stata un’incredibile storia che sarà raccontata per tantissimi anni. Ma questa squadra, che in questi anni è riuscita a raggiungere il quarto posto in Sudafrica (Mondiale 2010) e a vincere la Copa America un anno dopo, ha avuto come perno principale Oscar Tabarez.
‘El Maestro’, infatti, ha guidato la ‘Celeste’ per ben 15 anni, riuscendo a diventare tutt’uno con la squadra stessa. Tabarez, di fatto, era come un secondo padre per i suoi giocatori ed è impossibile, almeno nel breve periodo, un rapporto del genere. Il compito di Diego Alonso, per l’appunto il sostituto dell’ex tecnico di Milan e Cagliari, ha avuto sin da subito un Everest da scalare, anche se la sua squadra poteva disputare un Mondiale decisamente migliore.
L’Uruguay, di fatto, sin dalla prima partita contro la Corea del Sud, ha mostrato sempre un gioco lento, compassato e anche datato. Diego Alonso non è riuscito ad amalgamare la vecchia guardia con le nuove leve come Nunez, Valverde e De Arrascaeta e tutti questi errori potrebbero risultargli fatali, visto che è sempre più plausibile un suo esonero.
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