Il Ghana viene eliminato dal Mondiale per mano dell’Uruguay: Ayew come Asamoah Gyan, sbaglia un rigore decisivo
“I rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli”, diceva Diego Armando Maradona. E diceva bene, anche se consolare il Ghana con questa frase sarà molto complicato. Nel 2010, erano arrivati fino ai quarti di finale con l’Uruguay. A undici metri da una clamorosa semifinale con l’Olanda, solo a un passo da quella che sarebbe stata la storia più bella dei Mondiali. Il sogno si è infranto dagli undici metri, dopo la parata di Suarez al 120′ e il rigore sbagliato da Asamoah Gyan.
Chissà cos’avrà pensato l’attaccante ghanese, il più forte e rappresentativo della sua squadra: essere l’artefice della fine di un sogno. Ma i rigori sanno essere spregevoli, ne sa qualcosa Roberto Baggio, che ricorda ancora le sensazioni di quel pomeriggio a Pasadena del ’94. E l’Asamoah Gyan di oggi del Ghana è André Ayew, figlio di Abedì Pelé, che proprio contro l’Uruguay ha sbagliato un rigore nell’ultima partita del girone. La sconfitta ha poi decretato l’eliminazione delle Black Stars.
Ghana, ci risiamo: rigori maledetti con l’Uruguay
Come riferito da Giuseppe Pastore, esperto di statistiche nel calcio, sono solo due i rigori sbagliati contro l’Uruguay dal 1930 ad oggi. Entrambi dal Ghana, nel 2010 da Asamoah Gyan e nel 2022 da André Ayew. Incredibile, visto che si tratta dei giocatori con più attributi tecnici e morali delle due selezioni. C’è chiaramente differenza tra i quarti di finale e la terza partita del girone, ma cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia.
La doppietta di De Arrascaeta ha poi fatto il resto. Agli ottavi va però la Corea del Sud, e a piangere è anche la Celeste oltre che le Black Stars. Lo spirito uruguagio, la garra charrùa ha avuto la meglio ancora una volta in questo confronto, ma non è stato premiato dal conteggio dei gol fatti. E Il Ghana sembra perseguitato da una sorta di maledizione al Mondiale, che trova il suo apice se c’è un match con l’Uruguay. Undici metri, decisivi drammaticamente a dodici anni e mezzo dall’ultima volta.