Zdenek Zeman torna a parlare: personaggio mai banale nelle sue dichiarazioni, il boemo sorprende raccontando il club tifato da piccolo.
Lo scorso giugno Zdenek Zeman, 75 anni, ha concluso la sua quarta esperienza alla guida del Foggia. Potrebbe essere stata anche la chiusura della sua carriera, anche se nel caso di un personaggio come il tecnico boemo è imperativo il motto “mai dire mai”.
Di certo c’è che comunque vada, nel corso degli anni in cui si è seduto in panchina, Zeman a suo modo ha rivoluzionato il calcio italiano. Tatticamente, con un 4-3-3 iper offensivo che a volte è stato criticato ma spesso ha regalato spettacolo in lungo e largo sui campi della penisola, e anche mediaticamente.
I suoi attacchi alla Juventus e al potere che questa rappresentava sono passati alla storia, ma in una lunga e interessante intervista concessa al Corriere della Sera il boemo ha voluto precisare alcuni passaggi. Rivelando soprattutto di essere stato da piccolo un tifoso bianconero, un concetto che già era stato espresso in passato ma che comunque ha sorpreso molti tifosi.
Zeman confessa: “Da piccolo tifavo Juventus”
“Da piccolo dormivo con la maglia della Juventus, la squadra che tifavo” afferma il tecnico. E quando l’intervistatore sottolinea che non si direbbe, considerando gli attacchi frontali rivolti al club bianconero, specifica: “Attaccavo la squadra di Moggi, Giraudo e Bettega. Ma la Juventus non comincia e non finisce con loro”.
Effettivamente la storia della Vecchia Signora parte da molto prima. E per la famiglia di Zeman dalla fine degli anni ’40, da quando cioè lo zio materno Cestmir Vycpalek, talentuoso interno di centrocampo, lascia la Cecoslovacchia per fuggire dal comunismo.
“Era il più grande talento ceco prima di Nedved. Solo che a differenza sua non amava troppo allenarsi, preferiva godersi la vita. Era stato internato a Dachau, anche se tanti mi raccontano fosse così anche prima”.
Vycpalek arriva in Italia grazie alla Juventus, vi resta una stagione e poi diventa un idolo per i tifosi di Palermo e Parma. Ma il legame con il club bianconero resta: “Non attaccavo la Juventus, ma un sistema di cui faceva parte con il Milan. E non c’era soltanto il doping, ma anche passaporti falsi, strapotere economico, condizionamento degli arbitri” sottolinea Zeman.
Il boemo riserva anche alcune belle parole a Francesco Totti: “Un’intelligenza calcistica prodigiosa, il miglior calciatore che ho mai allenato. Sembrava avesse 4 occhi, l’ho allenato da giovane e 36enne e ha sempre fatto quello che gli chiedevo. Siamo sempre andati d’accordo”.