Prosegue il periodo nero della Sampdoria, battuta pure dal Torino. La posizione del tecnico Stankovic è quanto mai in discussione.
Clima teso in casa Sampdoria, dopo la sconfitta patita per mano del Torino impostosi grazie alla reti di Nemanja Radonjic e Nicola Vlasic. L’ennesima delusione di una stagione quanto mai amara per i doriani, penultimi in classifica a quota 6 punti. Soltanto uno in più rispetto al Verona fanalino di coda, impegnato oggi pomeriggio contro la Juventus. Un ruolino di marcia negativo che ha scatenato la rabbia della tifoseria e messo a rischio la posizione di Dejan Stankovic.
L’ex tecnico della Stella Rossa (dimessosi ad agosto a causa della mancata qualificazione in Champions) è arrivato sulla panchina doriana il 6 ottobre. Il nome giusto, secondo la dirigenza, da cui ripartire dopo la fallimentare gestione di Marco Giampaolo. L’avvio era stato incoraggiante: pareggio contro il Bologna, sconfitta di misura con la Roma (1-0) e vittorie ai danni dell’Ascoli (Coppa Italia) e sulla Cremonese.
Poi, però, sono maturate tre sconfitte di fila (Inter, Fiorentina e appunto Torino) che hanno spento l’entusiasmo iniziale e fatto ripiombare nell’abisso la squadra. Tante le criticità emerse a livello di gioco, a partire dalla sterilità del reparto offensivo (appena 6 reti) e l’eccessiva permeabilità della difesa, bucata in ben 25 occasioni. Problemi su cui Stankovic sta provando a lavorare ma fin qui il trend è rimasto negativo.
Sampdoria, in bilico la posizione di Stankovic
L’allenatore, al termine della partita di ieri, ha lanciato un chiaro messaggio all’ambiente: “Se sono io il problema, me ne vado”. Per lui, come riportato da Nicolò Schira, lo scontro salvezza in programma sabato contro il Lecce rischia già di essere “l’ultima spiaggia”. Un crocevia fondamentale, da vincere a tutti i costi così da tornare a respirare ed evitare ulteriori contestazioni da parte della tifoseria. Centrare la salvezza, in ogni caso, appare complicato. La rosa, infatti, in estate è stata rivoluzionata.
Tanti senatori sono partiti (tra cui Maya Yoshida e Morten Thorsby) e i nuovi arrivati, come ad esempio Gonzalo Villar e Filip Djuriric, non sono riusciti ad imporsi e a fornire contributi concreti alla causa. Una situazione da allarme rosso, ulteriormente aggravata dalla scomparsa di Abdelhamid Sabiri (accantonato nelle ultime gare) nonché dalla personale crisi vissuta da Francesco Caputo e Fabio Quagliarella, fermi rispettivamente ad uno e zero gol in campionato. La dirigenza, dal canto suo, spera in un pronto riscatto. Ma intanto si prepara al possibile, nuovo ribaltone tecnico.