Le polemiche post Roma-Napoli, le parole di Mourinho e non solo: l’ex arbitro internazionale Paolo Casarin ai microfoni di SerieANews.com.
La sconfitta contro il Napoli brucia ancora tanto, ma a lasciare qualche strascico sono soprattutto le parole di José Mourinho nell’immediato post partita. Nel suo mirino l’arbitraggio di Irrati, reo secondo lo Special-One di aver penalizzato la sua Roma con qualche ammonizione di troppo.
“Ieri Irrati ha lasciato giocare fin quando i calciatori pensavano solo a quello. Poi nel secondo tempo, con le tante proteste e le altre situazioni, ha dovuto tirare fuori i cartellini”: parole ai microfoni di SerieANews.com di Paolo Casarin, ex arbitro internazionale ed istituzione dei fischietti nostrani.
“Vedete, i cartellini sono una necessità quando la gente non capisce che bisogna giocare a pallone e non protestare. Anche perché le proteste sono inutili – continua Casarin, che poi si sposta sull’episodio tra Rui Patricio e Ndombele – Sul rigore è stato perfetto, si è addirittura corretto. E questo per Irrati è stato un gesto di grande onestà ”.
Di qui, con Casarin ci spostiamo sulle parole dello Special-One e sull’eterna abitudine di utilizzare l’arbitro come un vero e proprio alibi: “Tutti i discorsi fatti da Mourinho sono fatti per distrarre ed evitare un’analisi tecnica. La stessa che la sua Roma e tutte le squadre del nostro campionato subiscono dopo ogni partita”.
E ancora, sull’attacco del portoghese ad Irrati “Io avevo capito che Mou avesse anche una certa considerazione di Irrati. Poi se ha cambiato idea, non so cosa dire e non mi interessa più di tanto. Di certo, quando si dà sempre la colpa agli altri, generalmente qualche colpa poi ce l’hai anche tu… Irrati dal mio punto di vista ha fatto la sua partita all’Olimpico. Ci sono state tante proteste davvero inutili”.
Infine un confronto su Casarin sul rigore non fischiato ieri all’Olimpico e quello concesso, invece, sabato sera al Franchi da Valeri: “Il contatto Ndomble-Rui Patricio non è falloso, mentre quello Terracciano-Lautaro lo è. La differenza è semplice: uno arriva sul pallone, l’altro sull’uomo. In campo non è semplice leggere questi episodi, ma Irrati è stato bravo nel rivedere l’episodio e rivalutarlo una volta visto allo schermo”
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