Le parole inaspettate da leader del calciatore della Juventus sono un monito che rivolge ai compagni di squadra, giovani o veterani.
“Da dove vengo io sono un po’ fighetti lì, ma io non sono di quella parte là. Sono un po’ più “tamarro”, anche se non si vede. Il modo di vestire, di porsi, un po’ da provinciale”, dice di sé Fabio Miretti. Spontaneo ma non troppo timido, altrimenti sarebbe stato difficile a 19 anni farsi valere già nel centrocampo della Juventus, alla quale di certo non mancano nomi altisonanti, fra cui quello dell’ultimo arrivato, Leandro Paredes.
Il giocatore bianconero è stato protagonista di un’intervista ai microfoni di ‘DAZN’, in occasione della quale ha raccontato molto di se. stesso. Si è confessato come grande tifoso della Juventus, della maglia che indossa, fin da sempre e anche leader, dovunque sia stato.
Perciò le sue parole sul momento di difficoltà che vive la squadra bianconera sono in realtà di grande sprono per i propri compagni e di fiducia da impartire alla piazza.
Miretti sprona la squadra: “Siamo la Juventus, dobbiamo vincere”
“Indipendentemente dal periodo che stiamo vivendo, noi giocatori dobbiamo fare il massimo per vincere. Si tratta di una questione di responsabilità, ma anche di attaccamento alla maglia. Sappiamo che gli infortunati ci potrebbero dare una mano, però quelli che vanno in campo hanno una responsabilità a prescindere dagli assenti. Siamo la Juventus, quindi dobbiamo vincere”, ha dichiarato il calciatore chiaramente.
D’altronde Miretti ha un’ambizione, accompagnata da un grande punto di riferimento: Kevin de Bruyne. Oltre a Pavel Nedved, a ispirarlo è il giocatore belga del Manchester City. Dalle sue prestazioni apprende: “Mi piace la visione e il modo in cui passa la palla. Sa come fartela arrivare, so di dover migliorare in questo e mi ispiro a lui”.