In casa Inter tiene banco il futuro di Inzaghi dopo l’ennesima sconfitta stagionale. Intanto l’ex tecnico parla della crisi nerazzurra.
L’ennesimo scivolone che ha affossato, in maniera significativa, le ambizioni di vincere lo scudetto. L’Inter si interroga dopo la sconfitta patita sabato in casa per mano della Roma. Il presidente Stevan Zhang, nei giorni precedenti alla partita, aveva chiesto alla squadra di rilanciarsi ed invertire il trend negativo. Parole che non hanno sortito però l’effetto sperato, alla luce della deludente prestazione offerta in campo dagli uomini di Simone Inzaghi.
Il tecnico resta quindi nella bufera e già martedì, in Champions League, dovrà cercare di trasmettere nuove energie ai propri giocatori al fine di farli uscire dall’attuale torpore. La sua posizione, al momento, non appare a rischio. Il club, infatti, continua a confidare nelle sue capacità ma la pazienza non durerà in eterno. Ecco perché, per le sorti dell’allenatore, saranno determinanti le sfide contro il Barcellona ed il Sassuolo (in programma l’8 ottobre).
A preoccupare la dirigenza sono essenzialmente tre questioni: l’eccessiva permeabilità della retroguardia, l’alternanza dei portieri ed il nervosismo palesato in campo dagli uomini di maggiore esperienza come ad esempio Nicolò Barella. Il tutto, poi, senza dimenticare la prolungata assenza di Romelu Lukaku. Una crisi, di risultati e prestazioni, non di facile lettura seconda Claudio Ranieri.
Inter, per Inzaghi decisive le prossime due gare
L’allenatore, ai microfoni del programma ‘Radio Anch’io lo sport’ in onda su ‘Radio Rai, ha analizzato il periodo negativo vissuto dall’Inter facendo un parallelismo con il 2011. “In quel momento c’era stato un cambio di sistema e si era passati da Mourinho a Gasperini. La crisi di adesso è meno spiegabile perché Inzaghi ha già lavorato all’Inter”.
Ranieri, accostato alla panchina della Sampdoria nelle ultime ore, si è poi espresso circa un possibile esonero. “Se io fossi il presidente e mi accorgessi che la mia squadra non segue più l’allenatore lo manderei via, non lo farei se la mia squadra reagisce e lo segue anche se si sta perdendo”. Ora la palla passa ad Inzaghi. Il tempo a disposizione e i bonus maturati in passato sono ormai quasi esauriti. L’Inter si aspetta un netto cambio di marcia.