Ai microfoni di SerieANews.com, l’ex vice e collaboratore tecnico di Mancini, Angelo Gregucci. Le sue parole sul momento del CT.
Una vita trascorsa sul terreno di gioco. Un’altra trascorsa al fianco di Roberto Mancini. Mister Angelo Gregucci conosce il CT come pochi e abbiamo provato ad interrogarlo sul momento di questa Nazionale. Anche e soprattutto adesso che il vuoto che lascerà il Mondiale di Qatar 2022 apparirà incolmabile. Per l’Italia e i suoi tifosi.
“Conoscendo Roberto, il dispiacere gli passerà quando finirà la competizione in Qatar… Non prima”. Così ai microfoni di SerieANews.com, Angelo Gregucci assicura e racconta. Prima poi di spostarsi e condannare l’imminente torneo.
“Sarà una situazione che dovremo vivere noi tutti italiani. Questo Mondiale rimarrà poco storico. Sarà il Mondiale del business, del Dio danaro. Sono sempre stato contrario al Mondiale a novembre-dicembre, significa interrompere la sacralità dei campionati europei. E tornando al dispiacere: per la fine di Qatar 2022, con le nuove qualificazioni per l’Europeo, forse a Roberto gli passerà…”
L’Italia, Mancini e l’amore per la Nazionale: Angelo Gregucci a SerieANews.com
Di qui, Gregucci si sposta sul nuovo 3-5-2 dell’Italia e ci ‘rimprovera’ per una simile domanda: “Sono solo numeri, che voi giornalisti date per riempire le pagine. Al centro dei progetti ci sono i ruoli e le funzioni che hanno i calciatori in un determinato modulo. Ci sono caratteristiche diverse che caratterizzano o meno un sistema di gioco. In questo momento il sistema di gioco non è il fattore del calcio, bensì le qualità dei giocatori e le loro funzioni in campo. L’Italia, al netto degli ultimi 20 minuti, ha fatto una gara di una buona gestione palla ed era di nuovo feroce nell’aggressione. Il primo gol è proprio figlio di quella pressione. Questa Italia ha vinto l’Europeo con dei principi di gioco, non con dei numeretti“.
Poi, con Gregucci ci muoviamo sulla riconferma di Mancini e sulla scelta compiuta dalla FIGC di continuare con l’attuale ciclo tecnico: “Sicuramente Roberto è una persona coraggiosa. Uno che vede qualcosa che gli altri non vedono. Ho vissuto tanti anni al suo fianco, Mancio ha un’abilità particolare nel riconoscere il talento. Gli bastava un quarto d’orta per capire se un ragazzo ne aveva o meno. Anche perché, parliamoci chiaro: lui riconosce i ragazzi di talento perché Dio gliene ha dato parecchio quando era giocatore… Quindi se devi rinnovare e rifondare, Roberto è la persona giusta: ha coraggio e sa riconoscere il talento”.
Infine, mister Gregucci ci scuote su qualcosa che potrebbe essere passato inosservato tra Mancini e la Nazionale: “Nelle ultime due interviste, qualche concetto è passato in cavalleria, ma attenzione a quello che Roberto dice. Essere calciatori della Nazionale italiana, per quelli della mia generazione, era il coronamento del sogno da bambino. E prima di mollare la Nazionale per un acciacchetto, la gente si faceva ammazzare… Quindi se rileggiamo le dichiarazioni di Roberto, queste sono considerazione che vanno valutate e che invece sono passate inosservate. Ora la domanda che bisogna porsi è cosa stiamo facendo per formare questi giovani? Intanto, Mancini è la persona ideale per capitalizzare questo tipo di lavoro”.