In perdita il bilancio dell’Inter: il passivo è più alto rispetto a quanto immaginato dal presidente del club Zhang. Le cifre.
Il presidente dell’Inter Steven Zhang, nel corso del recente faccia a faccia avuto con l’amministratore delegato Beppe Marotta, ha confermato la propria fiducia nei confronti di Simone Inzaghi allontanando le voci riguardanti un possibile esonero. L’obiettivo del club è quello di fare fronte comune alle avversità e lavorare, tutti insieme, per uscire dalle attuali secche il prima possibile. L’occasione per svoltare arriverà sabato contro la Roma ma intanto il quadro resta negativo per la società.
Il motivo è da ricercare nella perdita di bilancio che si attesta tra i 130 e i 140 milioni. Una cifra superiore rispetto a quanto immaginato (120) ma inferiore a quella registrata nello stesso periodo del 2021 (245 milioni). Un dato comunque significativo, che obbligherà la dirigenza a ponderare bene le prossime operazioni di mercato. Mercoledì l’argomento finirà al centro della riunione del Consiglio d’amministrazione nerazzurro, chiamato ad approvare il bilancio chiuso lo scorso 30 giugno.
Nel corso della riunione, stando a quanto riportato oggi da ‘La Gazzetta dello Sport’, troverà spazio soltanto l’analisi dei conti. Questioni afferenti la possibile ricerca di un socio di minoranza o la vendita del pacchetto di maggioranza dell’Inter, infatti, non compaiono nell’agenda del CdA. Probabile che vengano affrontati ad ottobre, quando andrà in scena l’assemblea degli azionisti.
Inter, il bilancio piange: guaio per Zhang e Marotta
Il passivo rappresenta una brutta notizia per l’amministratore delegato Marotta, che nelle prossime settimane sarà chiamato a prendere una decisione definitiva su Milan Skriniar. Il contratto del difensore scade a giugno ed il Paris Saint Germain, in questi giorni, si è rifatto avanti mettendo sul piatto un ingaggio monstre da 7.7 milioni netti all’anno più vari bonus.
Una proposta irraggiungibile per l’Inter che, a causa delle difficoltà economiche, potrà arrivare ad un massimo di 6. Da valutare poi anche il futuro degli altri calciatori in scadenza a giugno come ad esempio Stefan De Vrij, Roberto Gagliardini, Matteo Darmian, Edin Dzeko, Danilo D’Ambrosio e Samir Handanovic. La rivoluzione appare inevitabile.