Un dato è preoccupante per l’Italia di Roberto Mancini e il Ct l’ha manifestato anche durante l’ultima conferenza stampa.
Inghilterra e Ungheria saranno i prossimi due impegni della Nazionale di Roberto Mancini in Nations League. Due gare importanti per proseguire nella competizione, ma anche per testare il nuovo corso dell’Italia, decisamente abbattuta per la seconda consecutiva assenza ai Mondiali, questa volta in Qatar.
‘La Stampa’ quest’oggi è critica nei confronti delle scelte del Ct o meglio sulla condizione dei giocatori da lui convocati. “Chi li ha visti?”, titola il quotidiano dando seguito alle sensazioni di Mancini, ovvero il fatto che il numero di giocatori italiani in Serie A è sempre più esiguo e di livello ridimensionato.
“Spero non diventi un problema irreversibile. Tolto Immobile le altre squadra hanno per la maggior parte attaccanti stranieri. Speriamo in futuro possano uscire 2-3 attaccanti che possano dare luce alla Nazionale”, ha dichiarato il tecnico senza troppi giri di parole, in conferenza stampa.
Italia, una Nazionale di “sconosciuti”?
Nelle prime sette giornate del campionato di Serie A la presenza di italiani è al 33,4% e il minutaggio al 33,3%. Soltanto il 33,6% è stato titolare in campo. Tre elementi matematici a dimostrazione di una tendenza decisamente pericolosa per le ambizioni storiche che ha la Nazionale azzurra. L’esterofilia d’altronde è il tallone di Achille del massimo campionato italiano ormai da oltre un decennio.
Si calcola che il 62,5% dei calciatori che giocano la Serie A sono di origine straniera e il 37,5% restante, composto da italiani, non è nella maggior parte dei casi titolare. Spesso i giocatori nostrani sono schierati in campo col contagocce, quindi non pronti a palcoscenici così importanti. L’esempio lampante è l’ultimo turno di campionato: solo Fiorentina, Roma e Monza hanno schierato soprattutto italiani nell’undici titolare. La riflessione del quotidiano corrisponde all’allarme che da tempo ha lanciato Mancini, che il suo appello non ha trovato alcun appiglio per invertire la tendenza.