Juventus nel caos, la sentenza non lascia spazio ad altre interpretazioni. La situazione venutasi a creare è tutt’altro che positiva, ed ai risultati insufficienti sul campo si accoppiano anche crepe interne del club. Allenatore, giocatori, dirigenza sul banco degli imputati. Luciano Moggi analizza le dinamiche degli ultimi giorni che han visto protagoniste tutte le succitate parti.
Ripetitivo dover ribadire quanto poco pronosticabile era la situazione in casa Juventus dopo un mese e nove partite. Il grave errore arbitrale occorso in Juventus-Salernitana, e la grande ingenuità del singolo, come nel caso di Angel di Maria col Monza, non bastano come giustificazione. Raccolto troppo poco fino ad ora, come risultati e come costruzione di gioco che non sta lasciando presagire ad una certa pericolosità a cui vanno incontro gli avversari.
I bianconeri incutono poco timore, come raramente capita nella propria storia. E lasciano interdetti i tifosi le parole di mister Allegri, nell’occhio del ciclone, che ha fatto capire di star allenando una Juventus che non sta sentendo (ancora) sua, tra infortunati ed apporto in campo dei presenti. Tra contrasti interni (c’è chi vorrebbe Max l’altro fuori dal club) e possibili colpi di scena (con innesti a sorpresa) spunta anche l’analisi di Luciano Moggi.
I bilanci di questa prima fetta di stagione non sono lusinghieri in casa Juventus. La speranza tra tutti i bianconeri è che questa sosta possa cementificare il rapporto tra tutte le parti coinvolte in questo brutto inizio. Che tutti possano essere, quindi, pronti a remare nella stessa direzione. Migliorando gli aspetti che penalizzano le performance del club. L’ex dirigente Luciano Moggi fa il punto della situazione su Libero.
“Se poi andate ad ascolare la risposta di Arrivabene a chi gli domandava sul possibile esonero, capirete meglio il perché di certe affermazioni (“Poi quello che viene chi lo paga?). Facendo intuire che l’ostacolo è soprattutto di natura economica. E l’ad bianconero evita di colpevolizzare chicchessia, anzi mettendosi lui stesso sul banco degli imputati perché facente parte del vertice societario.”
L’ex Juve prosegue, notando delle discrepanze con quel che riferisce invece Allegri.
“Non così però l’allenatore che, quasi a scusante dei mancati risultati, asserisce: “Mi hanno dato in mano una Juve virtuale”. E questa è un’accusa precisa al Ceo, a cui è demandata la campagna di rafforzamento, ma soprattutto alla squadra che, secondo lui, non è all’altezza della situazione.”
Moggi conclude. “Poco probabile dunque che non ci sia qualcuno che si possa domandare a che punto di rottura sia il rapporto tra il mister, la dirigenza stessa e la squadra. magari ipotizzando un faccia a faccia proprio per evitare il tutti contro tutti. Non si era mai vista una Juventus così mal ridotta, che non è riuscita a calciare nello specchio della porta se non per fare il solletico al portiere. E per non farsi mancare niente ha dovuto giocare anche in inferiorità numerica per l’espulsione di Di Maria. Non facile stabilire se sia un problema fisico, tattico o entrambi”.
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