La storia di Antonio, il bambino di nove anni apparso in tv con una maglia del Napoli alla rovescia durante la gara con la Fiorentina
AGGIORNAMENTO 19:03: Lieto fine in arrivo: il Napoli si è immediatamente attivato per invitare il piccolo tifoso azzurro di Firenze a raccogliere l’abbraccio della società e della squadra al Konami Training Center e allo stadio Maradona.
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L’ultima giornata di campionato ha regalato immagini che, ancora una volta, ledono la credibilità del nostro calcio. La tensione vissuta al Franchi di Firenze durante la sfida tra Fiorentina e Napoli è sfociata in diversi episodi da censurare, ai quali assistiamo, purtroppo, troppo spesso su quasi tutti i nostri campi. Oltre ai cori di discriminazione territoriale e il brutto faccia a faccia tra Luciano Spalletti e il tifoso che ha tentato di schiaffeggiarlo, ha fatto discutere anche il fermo immagine di un bambino, inquadrato dalle telecamere di DAZN durante la sfida, circondato da tifosi viola. Indossava una maglia del Napoli alla rovescia.
Era altamente improbabile che il ragazzino avesse scelto consapevolmente di andare in giro conciato in quel modo, ma sui social si sono lette, in merito, le teorie più disparate. Dall’idea che si trattasse di uno dei bimbi che hanno accompagnato le squadre in campo (impossibile, visto che sulla maglia campeggia il logo Kappa, assente da due stagioni sulla divisa del Napoli), a una presunta scelta scaramantica. In questi casi, però, è buona norma utilizzare il rasoio di Occam, secondo il quale “a parità di fattori, la spiegazione più semplice è quella da preferire”. Il francescano inglese avrebbe avuto ragione anche stavolta.
SerieANews.com ha potuto conversare con il papà del bambino, che ci ha raccontato quanto accaduto domenica sera. Antonio è un bimbo francese di nove anni, appassionato tifoso azzurro. Ha chiesto e ottenuto più volte di assistere dal vivo alle gare dei suoi idoli. Negli ultimi mesi lo ha fatto a La Spezia e Roma, e, a ottobre, forse potrà finalmente conoscere il Maradona. Allo stadio adora indossare la maglia azzurra di Dries Mertens, ma al Franchi qualcosa è andato storto.
“Antonio è arrivato allo stadio indossando il completino del Napoli”, ci racconta il suo papà, “ma ai cancelli, per la prima volta, gli steward ci hanno bloccato. Non volevano che entrasse in tribuna con i colori azzurri”. Sembrava un eccesso di zelo: per quanto il tifo possa dividere, un bambino di nove anni non può essere motivo di tensione. Eppure, gli steward non avevano tutti i torti.
Il racconto del papà prosegue: “Abbiamo assistito al riscaldamento appoggiati alle ringhiere che affacciano sul campo, ma diverse persone hanno iniziato a inveirci contro. Non me lo aspettavo, la cosa mi ha innervosito ed i toni si stavano alzando in maniera preoccupante”. Dunque, la decisione drastica: “Per evitare problemi abbiamo deciso di spostarci, e gli steward hanno obbligato Antonio a togliere la maglietta. Non ne avevamo altre, così l’ha dovuta indossare al contrario. Almeno ha funzionato: ci hanno lasciato in pace”.
Antonio, così, è apparso in mondovisione indossando una casacca alla rovescia, il suo unico scudo possibile all’idiozia. Sia chiaro, sarebbe ridicolo e puerile puntare il dito solo verso il Franchi: episodi del genere accadono in quasi tutti i campi del nostro paese. È nostro dovere, però, condannarli ogni volta che ne veniamo a conoscenza: la rivalità fa parte del nostro gioco preferito, ma i bambini vanno lasciati in pace. Almeno loro.
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