Il Milan lavora assiduamente sul mercato. Per il colpo ormai chiuso da Maldini, però, ci sono già due etichette da scrollarsi di dosso.
Arrivare al Milan, dopo aver visto i rossoneri, deve subito dar consapevolezza di doversi mettere in gioco con personalità e disponibilità. Ad oggi la compagine guidata da Stefano Pioli rappresenta il meglio che il calcio italiano può offrire, e proprio per questo sarà necessario per i nuovi arrivi mettersi prontamente a disposizione dell’allenatore. La sessione estiva non è ancora cominciata, ma di fatto la dirigenza si è già messa in moto per costruire la rosa del futuro.
Per Divock Origi sembra ormai tutto fatto. Arriverà dal Liverpool, dove i tifosi conservano un ricordo positivo di un giocatore che ha dei numeri importanti, e che ha dimostrato di poter essere un elemento in grado di spostare gli equilibri. Il Milan ci crede, vuole puntare su di lui e di fatto c’è stato il grande lavoro svolto da Maldini e Massara per portare il giocatore belga in quel di Milano.
Milan, per Origi subito due etichette da eliminare
Se sarà facile o meno il suo inserimento all’interno del contesto italiano, questo potrà dirlo soltanto il tempo. Fatto sta che per Origi ci sarà fin da subito un compito arduo: scrollarsi da dosso due etichette che si porta dietro dalla sua esperienza di Liverpool. A rimarcare questa situazione è l’edizione odierna de ‘La Gazzetta dello Sport’, che parla di un giocatore “poco prolifico“, visto che non ha mai raggiunto “un campionato in doppia cifra, toccata solo in due stagioni, coppe comprese”.
C’è, poi, anche un altro aspetto legato al minutaggio di Origi, visto che – scrive la rosea – il giocatore avrebbe “poca confidenza con i 90 minuti”. Due aspetti che di sicuro non frenato l’entusiasmo per un giocatore che con la maglia dei Reds ha regalato delle prestazioni importanti, e messo in campo una qualità indiscutibile.