VIDEO | A casa del River Plate: viaggio nello stadio e la storia del club

“In casa delle grandi” è l’appuntamento dell’estate di Serieanews.com in viaggio per l’Argentina alla scoperta dei cinque club più importanti del paese.

Esiste un posto nel quartiere elegante e residenziale di Nuñez, nel cuore di Buenos Aires, capace di farti sentire in quello giusto, se stai cercando il significato della gloria nel vocabolario dello sport. Che tu sia amante dell’hockey sul ghiaccio, tifoso di Emanuel Ginóbili oppure socio dell’Atlanta, non puoi non ammirare il River Plate. Forse, questo commento può far storcere il naso a qualcuno, ma la stima sportiva deve prescindere da ogni affezione e storia personale. Quando attraversi il corridoio di alberi e case e scorgi da lontano il cono dello stadio, c’è un richiamo… e non lo puoi evitare.

Esterno stadio River Plate
Estadio Monumental, River Plate

Il viaggio di Serieanews.com parte dal River Plate e si fermerà in cinque stadi diversi: per definizione sono altrettanti i club considerati “i grandi” del paese e abbiamo provato a conoscerli meglio.

Il Monumental è stata la prima tappa argentina in assoluto e non poteva iniziare in modo migliore: la culla, insieme a ‘La Bombonera’, dello spettacolo del Súperclasico nonché lo stadio considerato la vera casa della Nazionale argentina. Entrarvi è un percorso generazionale, perché per arrivare ai gradini dell’impianto, bisogna attraversare l’intera cittadella del River, dov’è possibile praticare oltre cinquanta attività sportive e iscriversi a scuola dall’asilo all’università. È una tenera passeggiata, perché accanto agli spogliatoi della squadra ci sono le aule dei bambini, che respirano fin dalla tenera età la storia Millonarios.

Il mondo del River Plate con Serieanews.com: dalle origini a Gallardo

L’impatto del Monumental è forte. Lo stadio appare sconfinato e campeggia una scritta su tutte: “Vivere e giocare con Grandezza”. Il religioso silenzio di una giornata senza partita t’invita a sederti sugli spalti per immaginare ciò che significa vedere circa 70.000 tifosi presenti sulle stesse sedute e ti senti affascinato, contemplativo. Sei quasi un filosofo del calcio finito casualmente a meditare, come fossi al tempio Borobudur. Tuttavia, lo stadio è soltanto l’anteprima di ciò che puoi osservare entrando al Museo del club, appena a pochi passi di distanza. Lì è raccolta l’intera storia del River in due piani, che non mancano di attrazioni di ogni tipo, al punto che è difficile scegliere dove posare lo sguardo.

Il percorso ti conduce quasi per mano dal 1901 ai giorni nostri attraverso trofei, maglie praticamente mitologiche, stemmi, ricordi, personaggi ormai diventati iconici per il calcio mondiale. Ti chiedi chi sia stato capace di conservare e mettere insieme così tanti dettagli: la prima uniforme, vestita anche dall’italiano Renato Cesarini, e persino, avvicinandoci alla contemporaneità, una stanza dedicata soltanto a “La finale del Secolo”, quella di Copa Libertadores disputata nel 2018 contro il Boca Juniors, al Bernabéu di Madrid. Per commemorare l’impresa c’è una riproduzione in biliardino dello stadio del Real con tanto di formazioni schierate in campo e il tabellone che segnala il 2-1 per il River.

Sabrina Uccello con Serieanews.com all'interno el Monumental del River Plate
Interno Estadio Monumental, River Plate

La sacralità di un club

I guantoni usati da Enzo Pérez che s’improvvisa portiere in assenza di uno vero durante l’epoca più dura del Covid-19, la firma di Beto Alonso su una delle prime maglie bianche con una striscia rossa in mezzo e poi tutti, ma davvero tutti, i giocatori che hanno vestito la maglia del River in ordine alfabetico. Un’ala del Museo dedicata soltanto a ringraziare ciascuno. Poi la sala dei trofei, il parco giochi di qualsiasi appassionato al mondo. Entri e vi è qualsiasi coppa tu voglia ammirare, di ogni epoca, compreso il secolo passato.

Ciò che impari facilmente è che una squadra grande ha una memoria altrettanto vasta e conosce l’importanza di ogni minima tessera per comporre il puzzle finale. Non c’è un oggetto, un dettaglio anche storico-sociale, un personaggio che sia stato trascurato. C’è spazio per tutto, anche per insegnarti l’evoluzione del club attraverso quella del paese, che si spiega col tango, la musica, il calcio e l’arte. Un club grande sa essere grato e compassionevole, quindi il trofeo che con maggiore orgoglio viene esposto è formato da una teca che raccoglie gli oltre 50 anni di sodalizio col Torino italiano. Dal giorno della “Tragedia di Superga” il River Plate si è prodigato, dando vita a una delle amicizie più durature del mondo del calcio.

Di formazioni che hanno attraverso il tempo ce ne sono molte. L’originaria “Maquina”, “El equipo da Ramón” Díaz che nel 1994 trionfa da imbattuto, poi il “Campeón del Siglo”, il presente, l’era Gallardo. Oltre cenno anni che abbiamo provato a descrivere percependo ancor meglio come sia stato impossibile non innamorarsi del calcio. Una dimensione in cui il tocco del pallone cambia il destino di qualcuno e la storia di tutti. Il River Plate ne è una prova e ora puoi capirlo insieme a noi. Buona visione!

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