Victor Osimhen, centravanti del Napoli, ha raccontato del pericolo infortunio al volto subito durante l’ultimo campionato e che oggi lo porta a scendere in campo con una maschera protettiva.
Venti fratture e l’occhio fuori la orbita per un’operazione chirurgica che ha richiesto tempo ed attenzione. Gianpaolo Tartaro, lo specialista che ha operato Victor Osimhen, nei dettagli ha raccontato di aver dovuto applicare 6 placche e 18 viti al volto del calciatore per ridargli l’aspetto di prima e portarlo a sanare. Una descrizione che dà l’idea del momento da brividi vissuto da Osimhen, durante l’Inter-Napoli dello scorso campionato.
Un infortunio che ha preoccupato il club e la piazza tutta, poiché nell’immediato s’intuì la serietà dell’accaduto. Dopo mesi dal ritorno in campo e adesso che è in vacanza, l’attaccante ha raccontato le sue sensazioni in occasione di un’intervista concessa all’emittente radiofonica, ‘Wazobia FM’.
Il nigeriano da quel momento indossa una mascherina al volto per proteggere la zona ma anche per precauzione, poiché è difficile dimenticare e non impaurirsi ripensando all’accaduto dopo uno scontro di gioco con Milan Skriniar.
Napoli, Osimhen torna sull’infortunio al volto: “Come una pre-morte”
Durante l’intervista, Osimhen ha risposto così: “Per me l’infortunio che ho avuto è stato come una pre-morte. Soltanto io posso dire come sono stato, perché il corpo e il volto sono miei. Ho capito di poterlo gestire dal fatto che non avessi bisogno della barella per uscire dal campo. Sono riuscito a farlo da solo, in piedi e al medico in ospedale dissi che entro due settimane sarei uscito”.
Attitudine e grande forza d’animo ad Osimhen non sono mai mancate, ma indubbiamente la situazione richiedeva tempi diversi da quelli da lui immaginati: “Dalle radiografie venne fuori che avevo diverse fratture ossee e hanno dovuto mettere in ordine, partendo dall’interno. Ho qualcosa come 18 viti sotto la mascella. Ne ho passate tante per questo infortunio. Spesso di notte non riuscivo a dormire per il dolore ed era difficile anche mangiare. Io però sono un leone e nella mia mente avevo già programmato il ritorno in campo”.